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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Banda delle "spaccate", chiuse le indagini. In sei rischiano il processo

L'operazione "Break Open" della polizia sgominò un gruppo di sei persone che per mesi avrebbero terrorizzato i commercianti, mettendo a segno furti a ripetizione, sfondando le vetrate. I capi: Gennaro Riezzo e Luciano Liuzzi

LECCE – Sono sei gli avvisi conclusione delle indagini preliminari notificati ai presunti componenti della banda accusata di aver terrorizzato, negli ultimi mesi, le attività commerciali del leccese, assaltando i bar e le rivendite di tabacchi annessi alle stazioni di servizio. Nei loro confronti, a ottobre scorso, erano state emesse sei ordinanze di custodia cautelare, nell’ambito dell’operazione denominata “Break open” e per cui rischiano di finire a processo. Tra loro anche due donne, Giovina Vitale, 42enne, e Carmen Coppola, 29 anni, che non solo avrebbero preso parte ai colpi, ma si sarebbero anche occupate di nascondere la refurtiva e la e auto rubate. Almeno una decina gli assalti addebitati al “gruppo delle spaccate”: l’ultimo, in ordine di tempo, è stato messo a segno ai danni della stazione di servizio Q8 che sorge sulla Veglie-Leverano, a poche ore dal blitz della polizia che ha arrestato i membri della banda, dedita anche ad altri furti, ad esempio di autovetture (usate per gli assalti) e persino di circa 400 paletti di metallo, di quelli utilizzati per la coltivazione dei vigneti, da rivendere sul mercato nero.

A capo dell’organizzazione, secondo gli inquirenti, c’erano Gennaro Riezzo, 42enne di Surbo, e Luciano Liuzzi, 35 anni (marito della Coppola), originario di Brindisi ma residente a Squinzano. Quello di Liuzzi è un nome noto alle cronache giudiziarie. Il 35enne, infatti, è stato condannato in abbreviato a 11 anni di reclusione perché ritenuto uno dei presunti esponenti della cosiddetta “banda della 166”, dedita proprio ai furti con spaccata. Gli altri due destinatari dei provvedimenti emessi del sostituto procuratore Giuseppe Capoccia, sono Tony Falcone e Carmelo Prete. Gli assalti erano veloci e al tempo stesso devastanti. Se non erano le mazze ferrate a mandare in frantumi le vetrine degli esercizi commerciali, erano le stesse auto, utilizzate a mo’ di ariete per sfondarle.

Una volta all’interno dei locali i banditi arraffavano la merce: stecche di sigarette, “gratta e vinci”, denaro, slot machine e macchinette cambia soldi, lasciando dietro di loro una scia di distruzione e devastazione. Le immagini delle telecamere a circuito chiuso, li hanno immortalati in diverse occasioni, mentre, mischiandosi fra la gente, studiavano i locali per poi poter intervenire nella maniera più adeguata.

Le indagini, coordinate dalla Squadra mobile di Lecce, sono state serrate e veloci. Nell’arco di due mesi gli agenti, coordinati da Michele Abenante (e dai funzionari Rocco Carrozzo ed Elena Raggio), hanno identificato i presunti responsabili, arrestandoli all’alba di ieri. Un lavoro complesso e articolato che ha ricostruito, passo dopo passo, spostamenti e modus operandi della banda, raccogliendo una lunga serie d’indizi e prove schiaccianti. “Si tratta di un’operazione molto importante – era stato il commento del questore Vincenzo Carella – che grazie all’ottimo lavoro della Squadra mobile ha sgominato una banda molto attiva sul territorio. Una risposta rapida e fondamentale ai commercianti e le associazioni di categoria che avevano sollecitato il nostro intervento e che hanno espresso il loro ringraziamento”.

I sei indagati dell'operazione Break Open

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