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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Strumenti in tilt, poche barelle e ambulanze in coda: sanità locale combinata per le feste

Al pronto soccorso del "Vito Fazzi" almeno trecento pazienti fra 25 e 26 dicembre, con una solo medico per i codici verdi e bianchi. E ieri per un'ora e mezza il caos: erano finite le lettighe. A Galatina bloccata radiologia e a Copertino la Tac. Intorno, polemiche fuoriose per la proposta di riordino

LECCE - Incidenti, malori, medici curanti che non si trovano, chi ha il sacro terrore delle liste d’attesa e chi non vuole programmare una visita ma parte all’arrembaggio. Sotto le festività, una sanità locale non proprio in ottima salute, sprofonda sotto il peso di un’emergenza assillante.

“Assalto alla diligenza”, lo chiama in modo caustico qualche operatore finito in questa bolgia infernale. Un bel regalo di Natale. Ed è tutto collegato: più chiamate al 118, più ambulanze in circolazione con pazienti a bordo di varia gravità ma barelle che vanno a ruba al pronto soccorso e macchinari in qualche caso in avaria. Così, si formano code, la tensione sale e tutto il sistema va in tilt.

Per dirne qualcuna, da un paio di giorni al “Santa Caterina Novella” di Galatina non si può fare affidamento su Radiologia, mentre al “San Giuseppe” di Copertino è rotta la Tac (caso, quest’ultimo, che si connota di una certa frequenza). E chi lavora nell’ambito, sa bene che l’esame strumentale è il fulcro di un ospedale. Arriva un paziente con insufficienza respiratoria, ne arriva un altro con un trauma, e non si può certo tirare a sorte per una diagnosi precisa.       

E’ un sistema sull’orlo perenne di una crisi di nervi. In estate agli operatori del 118 vengono i giramenti di testa. Anche se a bere, ovviamente, sono gli altri. Quelli che loro vengono chiamati a raccattare in giro. Il guaio è che devono intervenire anche un centinaio di volte in una sola notte, proprio per malori dovuti troppo spesso ad abusi.

Fra Natale, Santo Stefano, Capodanno ed Epifania, le cose non cambiano molto. Certo, manca il popolo della notte che tracanna a suon di musica, ma si mangia di più (a volte allo spasimo) e, comunque, fra turismo invernale e ritorni a casa, nellu Salentu di parenti dispersi nel mondo, aumenta la popolazione e, in modo direttamente proporzionale, chi soffre di patologie.

Fra il 25 e il 26, il pronto soccorso del “Vito Fazzi” ha fatto come sempre la parte del leone. A occhio e croce, almeno trecento accessi. Il fatto è che arriva di tutto, persino il paziente che si porta dietro una congiuntivite da cinque giorni. Così si aumenta inutilmente il carico. Il bello è (si fa per dire) che proprio ieri, a un certo punto, sono rimaste bloccate le ambulanze. Almeno un’ora e mezza di sosta. Finite le barelle. Ed era tutto pieno come un uovo dalla mattina. Con persone rimaste in attesa fino a pomeriggio inoltrato e il solito corollario di agitazione, urla, qualche aggressione verbale davanti al triage, separato in questi giorni in modo un po’ grottesco dalla sala accanto giusto con una traversa monouso.

D’altronde, con un solo medico sotto le feste per i codici verdi e bianchi (tre per gialli e rossi, i casi più gravi), l’attesa diventa insostenibile. Ce ne vorrebbero almeno due per far defluire il “traffico”. E per farsi un’idea, basta andare sul sito dell’Asl di Lecce e consultare la pagina degli accessi in tempo reale ai vari pronto soccorso della provincia. Alle 12,13 di oggi, ce n’erano cinquantuno solo nel “Fazzi”, di cui quarantadue verdi.

Tale situazione si riverbera sulla percezione che ha l’utente del servizio. Una lettrice di Melendugno che abita da anni a Imola, tornata per le festività, in un messaggio firmato, racconta di aver chiamato il 118 per trsportare il padre in ospedale, sospettando un infarto in corso. Al pronto soccorso del “Veris Delli Ponti” di Scorrano, però, ecco la sorpresa. “I pazienti nella sera del Natale non tardano ad aumentare. Capita di star male anche a Natale. Ma la cosa sconvolgente è la presenza di un unico medico per tutto quel fabbisogno. Con anziani, bambini, uomini e donne che chiedevano assistenza, o come mia madre, notizie del proprio congiunto”. Da qui, qualche immancabile botta e risposta con il personale. E infine un appello lanciato al “direttore sanitario, solo per dire che ci sono anche realtà positive, in Italia”.

RIORDINO, MALUMORI A GALATINA

ospedale galatina-15Per il commissario straordinario Silvana Melli, davvero molte gatte da pelare, in una situazione generale caotica e delicata e con la prospettiva di un piano di riordino che fa venire diversi mal di pancia. Giusto per restare in tema di malori. 

E’ di queste ore, ad esempio, una ferma presa di posizione del comitato di difesa del presidio ospedaliero di Galatina, con una nota a firma del responsabile Pietro Masciullo, che ritiene la proposta “priva di ogni obiettiva razionalità tecnica e organizzativa”, sostenendo che si tratti di una “scelta di carattere esclusivamente politico che premia alcuni e penalizza altri non tenendo conto delle strutture, della capacità recettiva dei presidi, dell’ubicazione, della viabilità e del potenziale sviluppo”. 

Il nodo della questione nasce dal fatto che la proposta dell’Asl da trasmettere all'assessorato alla Sanità regionale pare sia incentrata sull’organizzazione del Dea (Dipartimento di emergenza urgenza e accettazione), “puntando su cinque presidi ospedalieri: Lecce, Tricase, Casarano, Scorrano, Copertino”. E allora: “Con un colpo di spugna cancelliamo l'ospedale di Galatina e priviamo tutte le popolazioni del centro del Salento di una struttura sanitaria di riferimento?”.

“Ora l’Asl propone di riorganizzare un Dipartimento di emergenza urgenza e accettazione puntando su strutture in cattive condizioni, pericolose per l'utenza, violando  decreto 70/2015, e dimentica strutture che con pochi investimenti sarebbero in grado di accogliere l'utenza in sicurezza dotate di grandi spazi”. Da qui anche una domanda alla direzione generale: “Per quale motivo sono fermi i lavori di ristrutturazione del pronto soccorso e sale operatorie, già appaltati e finanziati per circa 14 milioni di euro?”

Il comitato si appella dunque proprio a Silvana Melli, cui ha indirizzato una missiva, ma anche al sindaco di Galatina, Cosimo Montagna, ricordando che il "Santa Caterina" è un ospedale da 400 posti letto e chiedendo un consiglio comunale monotematico aperto a tutta la classe politica. “Sarebbe il primo caso in Italia, di un ospedale generale ex provinciale da 400 letti che viene declassato a stabilimento  per favorire  un ospedale di nemmeno 160 letti (Copertino, Ndr) che già oggi non riesce a collocare i pazienti di pronto soccorso”.

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