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Cronaca Centro / Viale dell'Università

Università italiane a rischio chiusura. Gli studenti furiosi interrompono le lezioni

Azioni dimostrative di 'Link' in tutta Italia per rilanciare il finanziamento dell'istruzione pubblica e delle borse di studio. A Lecce striscioni in ateneo che evocano il parallelismo con il fallimento delle università in Grecia

LECCE – Rimane aperto il confronto sul tema scottante dei finanziamenti statali e alle università pubbliche. Anche se il ‘dialogo’ è stato imposto ad un governo ‘sordo’ dagli stessi studenti che oggi hanno deciso di alzare il tiro di una protesta iniziata qualche giorno addietro. E lo hanno fatto mettendo in atto una serie di azioni dimostrative, dal Nord al Sud del Paese, come la chiusura simbolica delle sedi universitarie e l'interruzione delle lezioni, per chiedere ai docenti, e al resto della comunità accademica, di prestare attenzione alle loro rivendicazioni.

Anche a Lecce i ragazzi della rete Link-Udu hanno chiuso l’entrata del palazzo Codacci Pisanelli (sede dell’ateneo) a simboleggiare il parallelismo tra la più importante università greca, costretta a cessare la sua attività per insufficienza di finanziamenti, e la paventata chiusura di molte sedi italiane a causa di un analogo sottofinanziamento. Questo era anche il significato dei cartelli affissi su segreterie e porte delle aule che avvisavano del rischio imminente di una chiusura e dell’interruzione dei servizi. Inoltre, contemporaneamente, è stato calato uno striscione dalle porte dell’ateneo con la scritta “Italia come Atene, università in smantellamento” e sono stati allestiti banchetti in tutte le facoltà per rilanciare l’attenzione sul tema.

Nel resto del Paese le azioni dimostrative non sono state da meno. A Roma, per esempio, con un blitz notturno al ministero dell'Istruzione di Viale Trastevere, gli studenti e le studentesse di Link hanno dato il via alla giornata di mobilitazione nazionale in difesa dell'università pubblica e di solidarietà con quanto avvenuto recentemente in Grecia, dove altri otto atenei hanno annunciato la chiusura dei battenti per mancanza di fondi.

"Atene non è lontana!" è lo slogan scelto dal Link coordinamento universitario per denunciare lo stato di crisi dell' università in Italia in seguito al de-finanziamento iniziato con la legge 133 del 2008, che ha portato a una riduzione dell'offerta formativa, dei servizi, del personale e delle borse di studio, con un conseguente peggioramento della qualità della didattica e relativa incapacità di far fronte alle reali esigenze degli studenti. 

9508_382424015193839_1169092504_n-2"Abbiamo scelto la data del 15 ottobre perché oggi verrà presentata all'Europa la legge di stabilità. Sono state proprio le politiche di austerità imposte alla Grecia a provocare il collasso del sistema pubblico di formazione, di cui la chiusura dell'ateneo di Atene rappresenta il più drammatico risultato - ha dichiarato Alberto Campailla, portavoce nazionale di Link -. L'abbiamo detto a migliaia nelle piazze negli ultimi anni e continuiamo a ripeterlo: la crisi non può essere la scusa con cui si taglia sull'istruzione e sulla ricerca”.

Gli studenti del Coordinamento avanzano delle richieste precise: l'immediato rifinanziamento dell'università pubblica, così come del fondo statale per le borse di studio, e l'attivazione immediata di politiche che incentivino il proseguimento degli studi dopo il diploma. E questo perché negli ultimi anni l'Italia ha perso più di 58 mila studenti universitari, ed ancora oggi il numero dei dottori è al di sotto della media europea. “Non investire in istruzione in un momento di crisi è un atto suicida che non possiamo permetterci di continuare a tollerare, è in gioco il futuro del nostro Paese, oltre che di una parte consistente della nostra generazione", conclude Campailla.

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