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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Anarchici vs Casapound: indagati dopo una rissa senza esclusione di colpi

Per quattro divieto di dimora, un'altra dozzina i deferiti. A luglio si fronteggiarono esponenti anche di fuori Salento nei pressi di Porta Rudiae: almeno trenta coinvolti

LECCE – Violenze, scontri, rappresaglie e pestaggi, il tutto all’insegna della presunta contrapposizione politica e ideologica. Un clima di scontri e guerriglia, sommerso sotto una pesante coltre di omertà e intimidazione, che sembra riportare indietro il calendario di oltre trent’anni, all’Italia delle lotte studentesche e degli scontri di piazza. Le quattro misure cautelari (del divieto di dimora nel comune di Lecce, emesse dal gip Cinzia Vergine su richiesta del pubblico ministero Giovanni Gagliotta) nei confronti di tre presunti esponenti dei centri sociali e un appartenente al movimento Casapound, riportano alla luce atmosfere e fatti di cronaca che sembravano ormai consegnati a una memoria lontana, fino a sublimarsi in Storia.

Dalle complesse e articolate indagini della Digos, guidata dal dirigente Raffaele Attanasi, emerge, infatti, un quadro piuttosto preoccupante di focolai di violenza e di contrasto tra appartenenti a schieramenti diversi e “politicamente antagonisti”. I fatti risalgono alla notte tra il 30 e il 31 luglio scorso. Un 25enne simpatizzante del gruppo di Casapound passeggia in compagnia della fidanzata e di altri sei amici (di Casapound del Lazio) nei pressi del Convitto Palmieri, da lui steso definita la “biblioteca degli anarchici”.

A innescare gli scontri, frasi e cori rivolti dal gruppetto contro gli antifascisti. Schermaglie verbali che sarebbero poi confluite in una maxi rissa avvenuta nei pressi di Porta Rudiae, davanti a un supermercato. Lì il 25enne si sarebbe recato in auto per salutare gli amici laziali in partenza. In poco tempo, secondo quanto raccontato dal ragazzo, sarebbero stati affrontati da un gruppo di circa 30 o 35 persone armate di bastoni e cinture, alcuni con il volto travisato da un passamontagna. I due gruppi si sono poi affrontati senza esclusione di colpi per alcuni minuti.

(Video: alcune immagini usate dalla polizia per le indagini)

A richiedere l’intervento della polizia, la telefonata di un uomo. L’immediato intervento delle volanti ha posto fine all’aggressione, e i due gruppi si sono dileguati lungo le vie del capoluogo salentino. Dell’accaduto è stata informata la Digos, che ha eseguito i primi sopralluoghi con la polizia scientifica. Sul posto, oltre a numerose tracce di sangue, una fibbia di una cintura, un bracciale da polso, un orecchino, otto frammenti di un fanalino di auto e vari pezzi di vetro. Fondamentali, nelle indagini, le immagini di alcune videocamere di videosorveglianza, che hanno ripreso alcuni momenti della rissa. In particolare, uno di loro è stato inquadrato mentre indossa un passamontagna e un altro con la mano ferita con e una maglietta con una scritta, che è stata poi sequestrata.

(Video: la rissa ripresa da una nostra lettrice)

IMG_8639-2-2Un passante ha poi consegnato alla polizia un telefono cellulare (su cui sono in corso le analisi), mentre un testimone ha annotato la targa con cui il 25enne, di Galatina, ha raggiunto il luogo dell’aggressione. Gli investigatori sono rialiti a un’azienda di Lequile del settore agro-alimentare, dove hanno trovato l’auto parcheggiata. La perquisizione ha permesso di rinvenire tracce ematiche sul cofano motore e sulla portiera anteriore destra. Inoltre, i frammenti di fanale repertati durante il sopralluogo effettuato sul luogo della rissa si sono rivelati perfettamente compatibili con il veicolo, una Mercedes Classe E.

Anche l’orecchino sequestrato è, per forma e materiale, identico a quello indossato dal sospettato. A “inchiodare” il 25enne, una ferita alla testa. Il ragazzo si è recato, il giorno successivo alla rissa, presso l’ospedale di Galatina per farsi curare una ferita lacero contusa e trauma cranico con prognosi di 10 giorni.

La misura è stata emessa nei confronti di Simone De Mitri (come detto 25enne di Galatina). Gli uomini della Digos sono riusciti a identificare altre tre persone, che annoverano diverse denunce per manifestazioni e cortei non autorizzati, attacchi al centro per stranieri di Restinco, a Brindisi, occupazione abusiva dell’edificio soprannominato “Binario 68”. Si tratta di Lorenzo Pascali21enne leccese; Marco Carati, 28enne di Galatina (gravitanti nell’ambito del centro sociale Casa matta) e un 47enne di Viareggio, Carlo Alberto Rossi, già noto agli uomini della Digos. Le indagini proseguono, sarebbero almeno una dozzina le persone già iscritte nel registro degli indagati. 

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