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Cronaca

Sbaglia treno e resta intrappolato in quello destinato al deposito

Un 59enne salentino era destinato a Foggia, ma clamorosamente, è salito su un convoglio che aveva tutt'altra meta: il riposo. Quando se n'é accorto, ha suonato per mezzora il segnale acustico

LECCE - “E così presi quel treno, mi fottevo di paura”, cantava qualche anno addietro Gerardina Trovato. E la paura è arrivata davvero, dopo che l’uomo ha preso il treno. Già, perché non solo era quello sbagliato. Era anche e soprattutto quello destinato al deposito. Solo che, quando l’ha capito, era ormai tardi. Il macchinista aveva smontato il turno, le porte erano serrate, il convoglio fermo a un paio di chilometri dalla stazione ferroviaria e, a quanto pare, in tasca nemmeno un telefono cellulare. Un incubo.

Alla fine, il malcapitato, un 59enne originario di San Cesario di Lecce, è stato liberato dalla “trappola di ferro”. Per oltre mezzora, però, ha vissuto un’esperienza da panico, almeno dalla prospettiva personale. Perché, osservata con occhi esterni, può apparire una vera e propria trovata da commedia.

Il fatto è che l’uomo avrebbe dovuto raggiungere Foggia. Come e perché, questo non è chiaro, è però salito a bordo di un vecchio regionale di Trenitalia che aveva tutt’altra meta: il riposo e una lavata, dopo le sue belle corse in rotaia.

Forse la fretta, magari i pensieri: non si è accorto nemmeno subito che a bordo non c’era nessuno, o comunque non ci ha fatto caso. Vuoto, però, deve comunque essergli apparso il proprio scompartimento, una volta salito.

Tant’è. Nel frattempo, il treno s’è messo in movimento. Pochi istanti dopo, però, il convoglio s’è subito fermato in mezzo al nulla. E poiché non sembrava avere alcuna intenzione di ripartire, solo a quel punto l’uomo deve essere stato colto da un terribile sospetto. Così, ha iniziato a percorrere tutti i corridoi, rendendosi conto di trovarsi a bordo di un vero e proprio “treno fantasma”. Con le porte tutte bloccate e i finestrini serrati.

Piombato dritto nella motrice, ha pensato bene di iniziare a suonare il segnale acustico per attirare l’attenzione di qualcuno. Ed è stato così per interminabili minuti, tanto che dai palazzi circostanti in molti si sono affacciati chiedendosi cosa stesse accadendo e finendo per tempestare di chiamate i numeri d’emergenza.

Alla fine, il treno è stato raggiunto da alcuni agenti della Polfer che, con estrema sorpresa, hanno notato dietro ai finestrini il volto sbigottito di quell’uomo. Liberatolo e chiarito il clamoroso equivoco, sono stati salvati anche i timpani dei residenti, ormai al limite della sopportazione. 

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