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Cronaca

Le videocamere non svelano tutti i misteri della sparatoria alla Esso

Davide Vadacca non era da solo. Ha sostato a lungo con un'altra persona nel bar della Esso. I due poi sono usciti all'esterno, dov'è avvenuto il fatto di sangue. Forse c'era un appuntamento, dall'esito, però, non prevedibile

 

LECCE – S’indaga a tutto campo, dopo la gambizzazione di ieri sera, nella stazione di servizio Esso, alle porte della città. I carabinieri del nucleo operativo radiomobile hanno in mano alcuni elementi da vagliare e stanno sondando il terreno a caccia di ulteriori indizi, per fare luce su un episodio ancora ammantato da un alone di mistero.
La base di partenza è nella ricerca dell’uomo che ieri si trovava con Davide Vadacca, il 30enne con precedenti rimasto ferito alle spalle del bar annesso al distributore di carburanti che sorge all’imbocco della superstrada per Brindisi, in direzione del capoluogo messapico. 
Vadacca, infatti, non è arrivato da solo, ma in compagnia di un’altra persona. E’ questi che, per primo, ha richiesto soccorso, per poi dileguarsi a piedi. I nastri delle videocamere di sorveglianza, dunque, sono tornati utili per chiarire qualche aspetto. Perché hanno immortalato alcune delle fasi che hanno preceduto il fatto di sangue. Non l’episodio cruciale, però, e neanche il mezzo usato dall’assalitore (o dagli assalitori) per la fuga. Questo è il primo, grosso ostacolo all’indagine.
Ad ogni modo, sembra che Vadacca e l’amico (probabilmente già identificato), dopo aver lasciato la Bmw 730 D davanti al distributore di benzina, siano entrati nel bar e vi abbiano sostato a lungo, mangiando anche un panino. Poi, sono usciti. Fuori, evidentemente c’era qualcun altro. Qualcuno che potrebbe averli contattati per telefono. Certo è che si profila sempre più l'ipotesi di un appuntamento concordato, dall'esito, però, forse non prevedibile.
DSC05363-2Il resto è storia più o meno nota. Sul lato sinistro dello stabile che ospita il bar, i quattro colpi d’arma, una pistola calibro 22. Vadacca, ferito alla gamba sinistra, s’è accasciato per terra. Ma quell’area, oltre che defilata, è anche poco illuminata. Nessuno, a parte i protagonisti della vicenda, ha quindi visto nulla. Inoltre, non vi sono videocamere in quel punto e le due esterne, installate sulla copertura, puntano solo in direzione delle pompe di benzina.
Resta da chiarire, ovviamente, quanto l’amico di Vadacca abbia visto, se sia rimasto lì, in quegli istanti, o sia scappato e poi tornato indietro per sincerarsi delle sue condizioni, per poi entrare nel bar, chiedere soccorso ai presenti, prima della fuga definitiva.
L’addetto alla distribuzione di carburante e la banconista del bar, già ascoltati dai carabinieri, non hanno però visto granché, perché in quegli istanti impegnati nelle loro mansioni, lontani dal teatro del ferimento. La scientifica, intanto, sta svolgendo i rilievi sull'auto, posta sotto sequestro, e sui bossoli ritrovati sul terreno. 
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