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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Buche e mattonelle sconnesse, ferirsi in una città "europea"

Un piccolo fatto di cronaca, la caduta e il trasporto in ospedale di un'anziana, riapre un annoso dibattito: la scarsa cura di marciapiedi e strade. Un problema anche d'immagine, al di là di orientamenti giuridici

LECCE – Un piccolo episodio di cronaca riapre l’annoso dibattito su un grande problema: la manutenzione delle vie e dei marciapiedi a Lecce. Ci siamo ritrovati per puro caso qualche minuto dopo il fatto, che ha visto protagonista – suo malgrado – una donna sulla settantina d’anni. La malcapitata, a quanto pare, è inciampata in una porzione di marciapiede che definire sconnessa è persino un eufemismo. Cadendo malamente, s’è procurata ematomi e lesioni.

Nulla di grave, probabilmente, e almeno questo è un bene: l’ambulanza che l’ha soccorsa, trasportandola verso l’ospedale “Ignazio Veris Delli Ponti” di Scorrano (a Lecce e Copertino sembra che i posti di pronto soccorso siano intasati, il che sarebbe un altro tema da affrontare), è ripartita in codice verde. Resta l’amaro in bocca nel constatare per l’ennesima volta il fatto che fin troppe strade cittadine, in centro come in periferia, versino in pessime condizioni.

L’episodio è avvenuto in tarda mattinata in via Colonnello Archimede Costadura, per la precisione nella piazzetta ad angolo con via Vito Mario Stampacchia, qualche decina di metri prima dell’accesso posteriore del tribunale penale. Qui vi sono panchine e alcuni grandi alberi, le cui imponenti radici hanno sollevato mattonelle e persino una fetta di asfalto, creando una collinetta in corrispondenza di un attraversamento pedonale. La malcapitata è caduta quasi alle spalle di una delle panchine e nei pressi di uno dei pini. Le sue invocazioni di aiuto hanno attirato alcuni passanti che l’hanno subito soccorsa, chiamando anche il 118. Sul posto è intervenuta poco dopo anche una pattuglia di polizia locale.  

La vicenda in sé potrebbe apparire banale e simile a tante altre. Di cadute, peraltro, se ne sono verificate nel tempo anche di molto più gravi, e questo è risaputo. E’ risaputo anche che in materia d'insidia stradale, da decenni, la discussione a livello giuridico è aperta e controversa. L’orientamento dominante vuole che per un risarcimento pieno da parte delle pubbliche amministrazioni si debba provare che le insidie siano occulte, viceversa si può persino arrivare, in certi casi, a contestare un’imprudenza dell’utente della strada, se l’ostacolo sia ben visibile.

Senza voler entrare nel merito del fatto avvenuto oggi, quindi, evitando in maniera assoluta di ergersi a giudici e attribuire colpe specifiche, resta un dato oggettivo: troppi marciapiedi e strade di Lecce sono assimilabili a un formaggio gruviera, il che non depone bene per chi dovrebbe avere maggiore cura del bene pubblico.

Oltre al pericolo insito (distrazioni o meno del pedone o dell’automobilista di turno), è sottinteso anche un aspetto da non sottovalutare, che riguarda il decoro e l’immagine di una città. Una piazzetta trasformata dall’incuria in un “percorso di guerra”, rubando le parole a uno dai passanti che ha soccorso l’anziana, non è “pensabile in una città europea”. Se si moltiplica questa piazzetta per decine, forse centinaia di altre situazioni in città riguardanti mattonelle svolazzanti e crateri nell'asfalto, si ottiene un quadro desolante. 

E allora, forse ha ragione quel passante. Ogni tanto ci si dovrebbe ricordare di far parte di un continente che ha segnato secoli di storia della civiltà. Basti pensare che proprio dal genio ingegneristico dei Romani derivano, fra l’altro, strade e marciapiedi secondo concezioni moderne. Ma sembra che, nello scorrere incessante del tempo, abbiamo perso per... strada qualche lezione.20160826_124532-3

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