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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Anno giudiziario Tar, il monito: "Teniamo alta la guardia sulla criminalità che si è evoluta"

Il presidente Antonio Pasca ha tirato le somme, in occasione della cerimonia che si è tenuta questa mattina. Tra i dati di maggiore rilievo: scendono i carichi pendenti e diminuisce la domanda di giustizia

LECCE - “Il quadro non è roseo, ma i momenti di più grave crisi possono costituire il momento e l’occasione ideale per ripartire”: è questo il messaggio, di fiducia, lanciato oggi dal presidente del Tribunale amministrativo di Lecce Antonio Pasca, in occasione della cerimonia per l’inaugurazione dell’anno giudiziario.

Secondo il presidente, il primo dato degno di nota è la tendenza ad una complessiva diminuzione del contenzioso: dai 1889 ricorsi nel 2016 ai 1598 nel 2017 ai 1516 nel 2018.

La causa di una minore domanda di giustizia non è solo da attribuirsi all'elevato costo del contributo unificato. Per Pasca, incide la crescente sfiducia da parte dei cittadini nei confronti della funzione giustizia complessivamente considerata, dovuta sia ai tempi per la risoluzione delle controversie che alle vicende giudiziarie penali a carico di magistrati per ipotesi di corruzione in atti giudiziari, relative al conferimento di incarichi particolarmente remunerativi, e a inchieste connotate da intenti di condizionamento della funzione politica.

A completare questo quadro negativo, ci sono la crisi economica che investe tutti i settori rendendo i giovani sempre più incerti sul loro futuro e la presenza della criminalità organizzata che (insieme alle difficoltà e complessità burocratiche nel nostro paese) scoraggia gli stranieri a investire sul nostro territorio. “Il sodalizio criminale organizzato è ormai da tempo pervenuto ad uno stadio evolutivo superiore, realizzando i suoi interessi e i profitti economici attraverso l'esercizio diretto o più spesso indiretto e a mezzo di prestanome di attività imprenditoriali in settori caratterizzati da elevati flussi di denaro ed alta redditività quali l'attività finanziaria, edilizia, rifiuti e ambiente, appalti pubblici, turismo”. La prova della sua evoluzione viene, secondo l’analisi del presidente, dall'aumento del contenzioso davanti al Tar in materia di interdittive antimafia e dei provvedimenti relativi alle alla white list, nonché del contenzioso davanti al Tar del Lazio contro i provvedimenti di scioglimento e commissariamento di vari comuni della nostra provincia per infiltrazioni mafiose nell'amministrazione.

“E’ quasi superfluo evidenziare che le infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto imprenditoriale economico del territorio sono rese possibili da coperture e collusioni all'interno delle pubbliche amministrazioni ed anche in ambito politico-istituzionale”, ha dichiarato Pasca, rifacendosi al dato diffuso dal procuratore generale Antonio Maruccia, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario presso la Corte d'appello di Lecce: i procedimenti per i reati di corruzione sono passati da 32 a 61 (2018), con 398 indagati a fronte dei 75 nel 2017.

Il dato positivo: diminuisce il carico pendente dei ricorsi

Nonostante una scopertura nell’organico (12 magistrati sui 15 previsti con l’esodo di sei magistrati nel 2018, poi sostituiti da 5 nuovi colleghi), è diminuito il carico pendente: dai 3742 ricorsi al 31 dicembre 2017 ai 3345 ricorsi alla fine dell’anno seguente.  Anche i tempi della definizione sono migliorati: sono il 20 per cento i ricorsi depositati nel 2018 e definiti nel merito nello stesso anno, e 700 tra quelli depositati nel 2017. “Una giustizia intempestiva non è giustizia e non risponde alle esigenze di tutela dei cittadini e delle pubbliche amministrazioni”, ha commentato il numero uno del Tar.

Tra gli altri aspetti positivi evidenziati nella relazione, ci sono gli interventi finalizzati all’adeguamento degli impianti e alla manutenzione dell’immobile che ospita il Tar, per garantire adeguate condizioni di sicurezza sul lavoro, e l’organizzazione di incontri ed eventi formativi. Il presidente si è soffermato soprattutto sul Convegno Nazionale dedicato al tema “Il giudice amministrativo nei conflitti tra pubbliche amministrazioni: giurisdizione, mediazione, supplenza”,  che si è svolto lo scorso settembre, grazie alla collaborazione e al sostegno anche finanziario della Camera Amministrativa, dell’Università del Salento e del Consiglio dell’Ordine degli avvocati.  

Le concessioni demaniali marittime

Alcune considerazioni generali sono state fatte dal presidente Pasca riguardo alle concessioni demaniali marittime, eccetto alcune questioni che ha considerato troppo specifiche per essere affrontate durante la cerimonia, come quelle dello smontaggio periodico delle strutture a servizio degli stabilimenti balneari e della destagionalizzazione.

Secondo Pasca, si tratta di una materia nella quale il contenzioso risulta rilevante sia per i numeri, sia per l’importanza economica del settore del turismo balneare, un settore dove, si manifesta in tutta la sua portata il naturale conflitto di interessi tra utilizzo economico del territorio, da un lato, e tutela dell’ambiente e del paesaggio, dall’altro.

Sul fatto che, su alcune questioni non ci siano stati orientamenti univoci da parte della giustizia amministrativa (come aveva osservato il presidente della Corte d’Appello Roberto Tanisi, in occasione dell’anno giudiziario), Pasca ha affermato: “Premesso in via preliminare che il giudice amministrativo decide della legittimità o meno di un determinato provvedimento oggetto di impugnazione e che pertanto ogni ricorso e ogni sentenza presenta di regola una sua specificità, la giurisprudenza di questo ufficio ha ritenuto di fare coerente e costante applicazione di taluni generali criteri di valutazione della legittimità dell'azione amministrativa, i quali - applicati nel caso concreto - hanno determinato l'accoglimento o la reiezione della domanda, in ragione tuttavia della diversità dei presupposti fattuali, ferma restando la coerenza di principi generali dei quali si è fatta applicazione. La rilevata non univocità ricorre invece con riferimento a talune decisioni di secondo grado espresse tuttavia da sezioni diverse relative a questioni di principio generale pur rientrando nell'ordinario corso della dialettica processuale tra giudice di primo e di secondo grado, si auspica in proposito un autorevole e definitivo pronunciamento da parte dell'Adunanza plenaria a mio avviso non più procrastinabile”.

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