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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Via Ariosto Ludovico

Occhio alla truffa "rendez moi". Parlantina e mani veloci, come si sfila una banconota

Un farmacista del centro cittadino non s'è fatto raggirare ed ha chiamato la polizia. Ma si sospetta che altri commercianti ci siano cascati, negli ultimi giorni. Si cerca un uomo alto 1 metro e 75, semicalvo, con accento campano. E che indossava curiosamente la maglietta di Maradona

LECCE – Un tocco di psicologia spicciola, una monumentale faccia tosta, mani veloci da mazziere, e l’imbroglio è servito. Giochi di prestigio fraudolenti all’ombra del barocco: è arrivata la truffa “rendez moi”. E c’è poco da sorridere. I commercianti stiano in guardia da furfanti patentati. Faccia pulita, parlata a briglia sciolta, qualche battuta o un complimento per confondere le acque, e si rischia di far scivolare nelle mani dell’imbroglione di turno una frusciante banconota da 50, magari 100 euro. Un trucco vecchio, in voga da nord a sud, ma riscoperto di recente dopo un servizio di Giulio Golia, nel corso di una puntata de “Le Iene”. Un  tentativo di truffa riproposto nelle ultime ore anche a Lecce.

Uno solo, per ora, il caso accertato, con tanto di segnalazione alla polizia, ma l’ovvia, persino ragionevole preoccupazione è che più di qualcun altro ci sia già cascato in questi giorni, senza avvedersene. O magari senza denunciare. E già, perché nell’ultimo episodio l’espediente è stato svelato (proprio in virtù della precedente visione della puntata, a quanto pare), e così il “galantuomo” ha dovuto guadagnare l’uscita in fretta, voltare l’angolo e sparire dalla circolazione, prima che arrivasse una volante della questura. Di sicuro, c'era un complice in auto da qualche parte.

Un consiglio a chi gestisce di negozi, specialmente bar, farmacie, tabaccherie, cartolerie: meglio fare mente locale sul cambio di soldi di grosso taglio a vantaggio di illustri sconosciuti. Può darsi che il cervello, riavvolgendo il nastro della memoria, riesca a focalizzare qualche fotogramma sospetto e indicare dettagli agli investigatori, se si tema la truffa. Occhio anche al numero di persone, perché di solito la tecnica si esegue in due e un complice segue l’altro a ruota di pochi istanti.

In questo caso, uno è stato l’individuo ben visto dal titolare di una nota farmacia del centro di Lecce, e si tratta evidentemente del complice entrato in scena per il gran finale. Quando il farmacista ha scoperto la trappola, non facendosi imbonire da giri di parole, e anche perché insospettito dal soggetto che aveva davanti, il furbastro ha pensato bene di togliere il disturbo. E che il farmacista si sia insospettito, è dir poco: di solito, per questo tipo di raggiro, ci si presenta con l’abito buono (si sa che l’abito non fa il monaco, ma del detto popolare ci si ricorda sempre dopo…).

Il soggetto in questione, invece, evidentemente di fuori zona, giacché non riusciva proprio a celare la cadenza campana, indossava anche una maglietta del sempiterno Maradona. Per essere un truffatore, troppo appariscente. Ad ogni modo, si tratta di un uomo all’apparenza di 40 anni circa, semicalvo, alto pressappoco un metro e 75 centimetri. E’ questo l’identikit che si è riusciti a tracciare del personaggio.

Ma come si mette in atto un raggiro del genere? Ci sono variazioni sul tema, sebbene il copione segua pressappoco sempre lo stesso schema. Un esempio è illustrato bene dalla “iena” Golia nel video ed è, come modus operandi, più o meno lo stesso che hanno cercato di eseguire a Lecce. Guardarlo è meglio che spiegarlo a parole, perché i passaggi visivi restano impressi. Ad ogni, modo, funziona pressappoco così: un complice spiana la strada al secondo truffatore, perché entra in un locale commerciale e spende 100 euro per un prodotto di poco valore. In questo modo, si ha la certezza, balzando in scena subito dopo, che in cassa vi sia una banconota di quel taglio.

Arriva, dunque, il secondo uomo. Spende, per esempio, 5 euro e paga con un biglietto da 50. Il cassiere elargisce un resto di 45 euro, ma a quel punto il “cliente”, con una scusa, chiede di riavere la banconota da 50 euro: gli occorre intera. Con un altro pretesto, blocca subito il cassiere, e domanda se, invece, ne abbia una da 100. Se la risposta è positiva, l’uomo rifila 50 euro al cassiere e ne riceve 100. Tutto dura pochi istanti e deve svolgersi senza esitazioni.

Un altro tipico caso di “confusione organizzata” è emerso di recente in un panificio della provincia di Chieti. Due individui, uomo e donna, hanno acquistato prodotti per un valore esiguo, dando una banconota da 100 euro. A quel punto, con un pretesto, uno dei due ha chiesto alla cassiera di cambiare un paio di banconote da 20 euro e una da 10 con una da 50. La cassiera ha estratto la banconota da 50 euro e l’ha elargita ai furfanti, ricevendo i due biglietti da 20 e quello da 10. E’ in quel momento che è tornato sulla scena il complice, chiedendo di avere indietro la banconota intera da 100 euro e porgendone una da 50. La cassiera ha quindi restituito la banconota da 100 euro alla coppia, prendendo quella da 50. Non rendendosi subito conto, nel vorticoso passaggio di contanti, di essere stata circuita da parolai manolesta di mestiere.  Poco male, in questo caso, perché la vittima ha saputo indicare i truffatori ai carabinieri, che li hanno denunciati. 

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