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Cronaca

Efficienza e tempismo nei soccorsi: il ringraziamento di un cittadino al 118

Un 85enne avverte un malore: dalla telefonata dei familiari all'esecuzione di un angioplastica al "Vito Fazzi" una sequenza di interventi che hanno salvato la vita dell'uomo

CAPRARICA DI LECCE - Il complicato mondo della sanità rivela sempre una doppia faccia: accanto a quello che risalta nelle pagine di cronaca c'è anche un risvolto dove la competenza e l'umanità si manifestano ogni giorno, anche se non fanno notizia con la stessa frequenza.

La lettera di ringraziamento di un cittadino di Caprarica di Lecce, che di seguito pubblichiamo, è la dimostrazione, d'altra parta, che la comunità è in grado di apprezzare gli sforzi del servizio pubblico, e non solo di attuare comportamenti, talvolta oltre il confine della tollerabilità, in risposta a inefficienze, vere o presunte del sistema sanitario.

"Domenica scorsa, mio suocero, ottantacinquenne, si è sentito poco bene e, su invito telefonico della guardia medica, abbiamo allertato il 118 anche se, palesemente in errore, a nostro avviso non presentava sintomi tali da destare eccessiva preoccupazione. Dopo il tempo necessario per arrivare, che a noi comunque è parso interminabile, si è presentata sul posto un'ambulanza sprovvista di medico, con a bordo un'infermiera, una soccorritrice e, ovviamente, l'autista".

"Mentre una studiava rapidamente la situazione generale (mio suocero è allergico a una miriade di farmaci), l'altra predisponeva il necessario per eseguire un elettrocardiogramma. La risposta all'invio telematico dell'ecg è arrivata in pochi secondi: "infarto in corso". La macchina dei soccorsi si è avviata con una immediatezza impressionante: l'unità intervenuta si è prodigata ad applicare il protocollo previsto con assoluta professionalità e dopo pochissimi secondi mio suocero si trovava a bordo dell'ambulanza per essere trasportato al Pronto Soccorso".

"Il fatto più grave, tuttavia, non era ancora accaduto: dopo aver percorso poche centinaia di metri mio suocero ha avuto un arresto cardiaco. L'unità, già in collegamento telefonico con il medico che la coordinava dalla centrale operativa, è intervenuta con defibrillatore e massaggio cardiaco e il cuore, fortunatamente, è ripartito". 

"Ho voluto raccontarle la storia - scrive Paolo Morello - perché come è giusto portare alla ribalta delle cronache gli episodi di malasanità, è altrettanto giusto e doveroso ringraziare questi angeli che hanno salvato la vita ad un uomo che in loro assenza non avrebbe avuto scampo. Ho sempre pensato che gli operatori del 118 pur lavorando spesso in condizioni al limite della decenza, a volte sprovvisti dei mezzi minimi per consentire loro di intervenire al meglio, non hanno motivo alcuno per non fare quanto possibile e anche oltre per portare a termine la propria missione. Gli insuccessi, purtroppo, fanno parte della quotidianità e in quanto tali bisogna accettarli, l'importante è aver fatto il possibile per evitarli".

"Grazie da parte mia, dei miei familiari e certamente anche di mio suocero che attualmente è ricoverato in terapia intensiva, probabilmente non del tutto consapevole di quanto accaduto, non ancora totalmente fuori pericolo, ma sicuramente vivo. Non posso chiudere prima di aver sentitamente ringraziato tutto il personale dell'Unità Operativa Complessa di Cardiologia e Unità di Terapia Intensiva Cardiologica dell'Ospedale Vito Fazzi per la professionalità e la comprensione dimostrata: basti pensare che dall'arrivo di mio suocero all'esecuzione di un'angioplastica per disostruire l'arteria principale sono passate meno di due ore".

La lettera si chiude con una citazione di "Non puoi dire di aver vissuto veramente se non hai mai fatto qualcosa per qualcuno che non potrà mai ripagarti".

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