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Cronaca Surbo

Licenziamenti in “New Agatos”: spunta l’ipotesi di due nominativi “illegittimi”

Due lavoratori, rappresentati da Faims Cisal, sono ricorsi all'assistenza legale di Andrea Capone: "L'azienda avrebbe dovuto scegliere persone con minore anzianità di servizio e carichi familiari più leggeri"

 

SURBO - L’azienda New Agatos srl di Surbo, specializzata nella carpenteria metallica, agli inizi di settembre ha deciso di porre in mobilità 5 dei suoi dipendenti, ma la scelta, in particolare, di due lavoratori, ha mandato su tutte le furie il sindacato Faims Cisal, che li rappresenta. Il motivo? Una presunta “palese violazione dei criteri stabiliti dall’articolo 5 della legge 223/91 che regola la procedura da adottare in caso di licenziamenti collettivi”. La presunta irregolarità è stata riscontrata dall’avvocato Andrea Capone del Foro di Lecce che assiste legalmente i due clienti.
 
Ricostruendo la vicenda, Capone risale al verbale di accordo sottoscritto il 4 settembre tra l’azienda, Confindustria ed i sindacati che ha dato l’avvio ai licenziamenti. La violazione compiuta da New Agatos consisterebbe “nell’aver scelto, nello specifico, Sergio Conte: un lavoratore che vanta un’anzianità di servizio di quasi 10 anni ed ha a carico una famiglia monoreddito, con due figli e una bambina disabile di 11 anni”, spiega il legale. Il secondo nominativo contestato è quello di Vincenzo Perrone: anche nel suo caso, famiglia monoreddito, la moglie attualmente disoccupata e due minori a carico. “Oltretutto Perrone patisce un’invalidità civile del 46 percento ed ha un’anzianità di servizio di 12 anni”, precisa l’avvocato che, in quest’ultimo caso, intravede addirittura l’ipotesi di “licenziamento discriminatorio”. 
 
“E’ evidente che New Agatos avrebbe dovuto licenziare e porre in mobilità lavoratori che hanno carichi familiari molto meno pesanti, i quali hanno un’anzianità di servizio inferiore rispetto ai predetti lavoratori. – scrive il rappresentante legale - Oltretutto, la condotta illegittima è ancora più evidente se si considera che i lavoratori aventi carichi familiari più leggeri (famiglie plurireddito o single) svolgono le stesse mansioni effettuate da Conte e Perrone".
 
“Pertanto l’azienda non può appellarsi neanche a ragioni organizzative”, suggerisce l’avvocato che ha impugnato i due licenziamenti e che, la prossima settimana, depositerà presso il giudice del lavoro di Lecce il ricorso per ottenere la reintegrazione nel posto di lavoro.
 
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