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Cronaca Gallipoli

Lidi aperti tutto l'anno? Il Comune dice no

Gallipoli: cambia la normativa regionale mentre il nuovo Prg favorisce la destagionalizzazione. Ma per i gestori degli stabilimenti arriva la diffida: "Si smonta tutto entro il 31 ottobre"

La storia sembra ripetersi in riva allo Ionio. Stessa spiaggia, stesso mare. E soprattutto stessa problematica legata alla permanenza delle strutture balneari sul litorale gallipolino. Entro il 31 ottobre 2007 bisogna sbaraccare. Ombrelloni, sdraio e lettini in spalla per gestori dei lidi sui due versanti rivieraschi e arrivederci alla fine di aprile o inizio maggio. Tutto come prima o quasi. Nonostante ora la normativa regionale in materia (la legge regionale 4bis) preveda anche il "mantenimento per l'intero anno delle strutture precarie e amovibili funzionali all'attività turistico-ricreativa". Si tratta in buona sostanza e per larghe linee della stessa situazione per la quale poco tempo addietro, con la notifica della conclusione delle indagini, si ritrovano con il rischio di un processo a carico, l'ex sindaco Giuseppe Venneri e altri dodici ex consiglieri comunali in carica nel 2005. Ed è anche in virtù di quella "contestata" deliberazione dell'Assise comunale (ancora in vigore evidentemente e che ha trasformato la tipologia di quelle aree da vecchie zone bianche a zone costiere) che i concessionari dei lidi balneari gallipolini sono ritornati alla carica. Ovvero chiedendo la possibilità di mantenere in piedi alcune delle strutture legate alle attività degli stabilimenti per tutto l'anno. Nel tentativo di ottenere il nulla osta comunale nel migliore dei casi per mantenere in piedi i chioschi e le strutture chiuse. In alternativa almeno le autorizzazioni per pedane e passerelle sull'arenile sulle quali ricostruire subito le strutture ricettive. Richiesta per la quale l'amministrazione comunale di Palazzo Balsamo e per competenza l'Ufficio tecnico comunale ha invece replicato con una sorta di diffida perentoria a liberare gli arenili entro il termine ultimo della fine del mese di ottobre.

Superfluo dire che ci sono state due correnti di pensiero e di azione. Alcuni dei gestori dei lidi, non volendosi ancora una volta sobbarcare inutili polemiche ed onerose azioni giudiziarie hanno in parte già sbaraccato, lasciando sugli arenili il minimo indispensabile. In attesa di sviluppi. Altri invece hanno già preannunciato il ricorso al Tar contro la disposizione del Comune facendo leva anche sulle nuove prescrizioni del Piano regolatore generale approvato definitivamente all'inizio di questa settimana dalla Giunta regionale. Lo stesso Prg prevede infatti la possibilità che tali servizi possano rimanere in piedi per tutto l'anno tipizzando quelle aree come strutture turistico ricettive esistenti. Sarà quindi il Tribunale amministrativo a valutare se le spiagge libere attrezzate possano continuare ad operare sugli arenili nel rispetto della tanto decantata destagionalizzazione. A sostegno delle richieste dei balneari gallipolini è sceso "in spiaggia" in queste ore anche l'ex sindaco Vincenzo Barba con una sua dettagliata nota che riportiamo di seguito:

"Soltanto chi non ha conoscenza e cognizione dei tempi e della modalità con cui si lavora può pensare che sia un comportamento sensato quello di imporre agli imprenditori turistici del nostro territorio la rimozione degli stabilimenti balneari collocati sul litorale per poi costringere i nostri operatori a reimpiantarli con l'arrivo della stagione estiva. Parliamo tanto, spesso a sproposito, di destagionalizzare i flussi turistici e diversificare l'offerta quando poi, pur godendo di un clima che consente di fruire del prodotto balneare anche nella stagione autunnale e in quella primaverile, si costringono gli imprenditori turistici a chiudere baracca e burattini consegnando i nostri litorali all'incuria e alla sporcizia. Come si fa a non accorgersi che gli imprenditori turistici, titolari di concessioni demaniali, con la cura degli stabilimenti balneari rappresentano l'unico avamposto in grado di proteggere e tutelare le nostre spiagge, nel periodo di non utilizzo delle medesime, per consentirci poi di goderne e fruirne nel pieno splendore nel periodo estivo? Come si fa a non rendersi conto che soltanto il lavoro oscuro dei proprietari e dei gestori degli stabilimenti balneari consente di offrire un prodotto turistico in grado di rispettare gli standard di qualità che richiedono i turisti e i vacanzieri? Invece no!!! L'atteggiamento vessatorio nei confronti di chi con la sua opera dà lavoro ai nostri centri turistici e consente che di essi se ne parli nel mondo deve cessare. I nostri imprenditori, titolari, di concessioni demaniali, vengono troppo spesso considerati alla stregua di privilegiati, ai quali dare e togliere a piacimento da parte di chi detiene le leve del potere. Abbiamo un clima che consente di andare a sorseggiare un caffè negli stabilimenti balneari della nostre città anche nei mesi di ottobre, novembre, marzo e aprile, godendo di un panorama incantevole. Perché privarcene facendo crescere sulle nostre spiagge sterpaglie di ogni genere che dovranno essere rimosse dai nostri imprenditori all'inizio della nuova stagione? Chi ha ottenuto una concessione e con ingegno e impegno si adopera per offrire servizi ai vacanzieri, in una città che si ritiene a vocazione turistica, deve essere aiutato nell'esercizio del suo lavoro e non osteggiato e frenato con ogni mezzo possibile e immaginabile. Lasciamo i lidi ai concessionari, aiutiamoli ad offrire servizi sempre di più alta qualità, preoccupiamoci che siano messi in condizione di assumere quanti più nostri giovani è possibile, tuteliamoli dall'attacco vessatorio che ricevono da istituzioni che non hanno cognizione dell'importanza dell'impresa turistica. Solo così potremo dire di aver fatto il bene della nostra città, dei suoi cittadini e delle sue forze produttive che offrono alla nostra gente lavoro e coinvolgimento civico per raggiungere traguardi che ci consentano di vivere in un territorio migliore dal futuro certamente più roseo".

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