LECCE – Terra di frontiera, sospesa tra Oriente e Occidente, il Salento è da sempre luogo di transiti e di traffici. Storicamente il Canale d’Otranto è crocevia di popoli e migranti. Dopo le grandi ondate migratorie degli anni Novanta, quando a migliaia giungevano sulle nostre coste dall’Albania, oggi, la Puglia e il Salento sono tornati a essere terre di sbarchi e approdo di uomini e donne. Per questo il Salento rischia di diventare terra di passaggio di terroristi provenienti dalla polveriera mediorientale e, di conseguenza, territorio da monitorare con la massima allerta.

E’ proprio in quest’ottica che questa mattina è stato siglato a Lecce un protocollo per il dialogo tra la procura distrettuale antimafia leccese, la procura generale e gli uffici giudiziari sul territorio con la direzione nazionale antimafia sul tema del contrasto al terrorismo, alla presenza del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Franco Roberti. “Per la prevenzione del terrorismo è fondamentale il coordinamento tra uffici perché non sappiamo dove si vadano a collocare le cellule – ha detto Roberti –. Il protocollo vive se viene fatto vivere nella prassi quotidiana, altrimenti finisce chiuso in un cassetto. Da oggi si potrà instaurare una prassi virtuosa del coordinamento tra uffici nel contrasto al terrorismo".

Alla sottoscrizione del protocollo, negli uffici del procuratore generale Antonio Maruccia, hanno partecipato, oltre a Roberti, il procuratore aggiunto della Direzione nazionale antimafia Francesco Mandoi, il procuratore della repubblica di Lecce Cataldo Motta e l’aggiunto Antonio De Donno, di Brindisi Marco Dinapoli, di Taranto Franco Sebastio, e il procuratore per i minorenni Maria Cristina Rizzo. Insieme per tracciare una nuova linea compatta per la lotta al terrorismo alle nostre latitudini.