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Cronaca

I cani del "Lovely" trasferiti a Carovigno? Il Tar sospende la gara, udienza il 14

Su ricorso dell'associazione "Le randage", il tribunale amministrativo ha temporaneamente fermato l'aggiudicazione del bando del Comune di Lecce. Le ricorrenti: "Non può valere solo il criterio del ribasso"

LECCE - Il Tar di Lecce, in attesa di discutere nel merito la vicenda, ha concesso nei giorni scorsi la sospensione del provvedimento di aggiudicazione della gara bandita dal Comune di Lecce - importo 289mila euro - per il servizio di trasferimento, ricovero, custodia e mantenimento in rifugi dei cani randagi ospitati attualmente dal rifugio "Lovely" ( circa 240) sul quale, dopo una tregua, tornano dunque ad addensarsi nubi e polemiche. 

Oggetto della gara - le buste con le offerte sono state aperte il 29 dicembre e la migliore è risultata essere quella avanzata dal canile di Carovigno (Br) con un ribasso dello 0,5 per cento - è la formazione di una graduatoria dei soggetti e delle strutture idonee per ospitare 440 cani randagi di competenza del Comune di Lecce che, in attesa della costruzione di una nuova struttura di ricovero, più volte annunciata ma ancora sulla carta, ha deciso per questa soluzione.
 
L'associazione composta dalle donne animaliste, che si danno un gran da fare per monitare la situazione in tutta la provincia di Lecce e per promuovere una gestione diversa del randagismo, ha incaricato l'avvocato Giovanni Pellegrino di presentare ricorso al tribunale amministrativo basandosi su una convinzione, quella cioè che sia necessario che "le gare pubbliche in materia adottino per l’aggiudicazione non il criterio del prezzo più basso,  ma quello  basato su valutazioni di carattere qualitativo che tengano in debito conto le necessità etologiche degli animali e che sia accordata preferenza, nella selezione, alle associazioni animaliste riconosciute". 
 
1-602-4Nel bando era scritto che "alla gara possono partecipare gli enti e le associazioni iscritti nell’albo regionale previsto ai sensi dell’articolo 13 della legge regionale numero 12 del 3 aprile del 1995, nonché privati che siano proprietari o gestori di rifugi e o canili ubicati nell’ambito del territorio regionale che abbiano una ricezione minima di 20 unità a disposizione di questa stazione appaltante". Una previsione che, evidentemente, non è stata ritenuta sufficientemente garantista. Secondo le ricorrenti, infatti, la rilevanza di certi requisiti non è stata adeguatamente posta nella documentazione richiesta dal bando.  
 
La trattazione di merito del ricorso avverrà dunque il 14 marzo. "La scelta di promuovere il ricorso, volutamente basato sull’affermazione di principi di carattere generale, è stata quindi dettata dalla volontà di ribadire l’importanza di una strategia organica di prevenzione del randagismo", ha commentato con un comunicato l'associazione che punta alla sterilizzazione e all'incentivazione delle adozioni come strumenti pratici ed efficienti di gestione del fenomeno. "E’ per tale ragione che si ritiene altrettanto importante sottolineare la necessità che tutte le strutture adibite al ricovero di randagi finanziate da denaro pubblico, tra queste in primo luogo il canile Lovely, debbano  garantire trasparenza nella gestione e incentivare le adozioni migliorando l’indice di adottabilità dei randagi, attraverso la collaborazione reale e continua con le associazioni del territorio".
 
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