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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Nardò / Via Francesco Crispi

Lui timbrava, lei si assentava: indagati capitano e assistente

L'inchiesta sugli agenti di polizia locale di Nardò condotta dai carabinieri. Alla donna contestato anche il peculato per l'uso dell'auto di servizio per scopi privati

NARDO’ – Due agenti di polizia locale di Nardò sono indagati per truffa aggravata ai danni dello Stato e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici. Si tratta del capitano Nicola Dell’Angelo Custode, 64enne, neretino, e dell’assistente Maria Antonietta Carriero, 50enne, di Arnesano. La materia al centro dell'indagine, in buona sostanza, è l'assenteismo, tema scottante, specie alla luce del recente inasprimento della normativa. 

A tale proposito, il capitano, che peraltro è prossimo alla pensione, non risponde personalmente di assenza dal posto di lavoro, ma di aver coperto la collega in più occasioni. 

L’inchiesta è stata portata avanti dai carabinieri della stazione di Nardò, che proprio questa mattina, al termine di tutti gli accertamenti, hanno notificato a entrambi l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, emesso dalla Procura della Repubblica di Lecce.

L’attività è nata dopo un esposto anonimo pervenuto alla stazione dei carabinieri. In seguito ad alcune “dritte”, i carabinieri hanno quindi avviato gli accertamenti per ottenere eventuale conferma delle accuse formulate dall’ignoto mittente.

Ne sono nati i classici servizi di osservazione, anche con pedinamenti. Ovviamente, i militari si sono avvalsi anche di sistemi pubblici di videosorveglianza. In tal modo, avrebbero accertato la fittizia presenza in servizio dell’assistente della polizia locale, in cui il capitano avrebbe avuto un concorso morale, ma anche materiale.

In più occasioni, infatti, usando indebitamente il badge elettronico della donna, nel momento in cui Dell'Angelo Custode montava e smontava dal servizio, avrebbe attestato la presenza della collega, in seguito falsamente dichiarata anche dalla documentazione cartacea acquisita. In tal caso, l’assistente avrebbe percepito spettanze salariali non dovute. Non solo. La stessa donna, secondo i carabinieri, in più circostanze, avrebbe utilizzato impropriamente l’autovettura di servizio per scopi privati. Per tale motivo, è stato ipotizzato a suo carico anche il reato di peculato.

“È una notizia che naturalmente non ci fa piacere - commenta il sindaco Pippi Mellone - ma in questo momento non possiamo che riporre la massima fiducia nel lavoro degli inquirenti e, convinti garantisti come siamo, attendere pronunce definitive sulle responsabilità dei dipendenti coinvolti. Sul piano disciplinare - aggiunge il primo cittadino -- posso assicurare che saranno adottati i provvedimenti previsti dalla recentissima normativa, di concerto col segretario generale e con il responsabile del personale".

"Al di là del caso specifico - prosegue Mellone -, noi contiamo molto sulla buona fede, sull'impegno e sulla probità dei nostri dipendenti comunali e siamo certi che la stragrande maggioranza di loro faccia bene il proprio dovere. Da sindaco sento la responsabilità di vigilare su fenomeni di lassismo o di scarsa produttività, anzi ritengo sia una priorità contrastarli se si verificano, per il bene della macchina amministrativa e dei cittadini".

"È chiaro che i comportamenti oggetto di questa indagine vanno oltre e non possiamo che affidarci agli organi competenti. L'occasione è utile, in ogni caso, per ricordare la bontà di soluzioni come il badge "ad impronte digitali", in via di adozione ad esempio per i dipendenti dell'ospedale di Salerno. Se ci saranno le condizioni - conclude -, ci adopereremo per adottarlo anche per il Comune di Nardò”.

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