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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Mafia, Dia sui beni del "leccese": 3 milioni di euro

La Direzione investigativa antimafia ha proceduto al sequestro di beni immobili riconducibili a Franco Miggiano, 65 enne di Casarano, indiziato di partecipazione ad associazione di stampo mafioso

LECCE - Ormai è risaputo che la Dia dà priorità assoluta all'aggressione dei patrimoni accumulati dalla criminalità organizzata. E lo fa, ogniqualvolta gli elementi inquisitori lo permettono, attraverso i sequestri dei beni.

Sequestri che, il più delle volte, nell'arco di un paio di anni, si trasformano in confische vere e proprie. Immobili e appezzamenti di terreno, proprietà della malavita che poi sono riutilizzate dalle associazioni no profit, dalle istituzioni per il bene comune. "L'aggressione ai patrimoni illeciti, insomma - dicono dalla Dia - come strumento efficacissimo che toglie energia alla criminalità organizzata". Dall'inizio dell'anno, infatti, la Direzione investigativa antimafia di Lecce ha sequestrato a persone riconducibili alle organizzazioni mafiose, beni per circa 200milioni di euro.

Ora, la Dia Lecce, come è successo per i supermercati e gli immobili sequestrati a Mazzota (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=27518) - il riferimento è solo per ricordare la penultima operazione -, ha proceduto al sequestro di beni immobili riconducibili questa volta a Franco Miggiano, alias "il leccese", 65 enne di Casarano, indiziato di partecipazione ad associazione di stampo mafioso e condannato con sentenza definitiva per estorsione, detenzione illegale di sostanze stupefacenti e di armi.

Il provvedimento di sequestro è stato emesso, ai sensi della normativa antimafia, dalla prima sezione penale del Tribunale di Lecce, su proposta del direttore della Dia, generale dei carabinieri, Antonio Girone, a seguito delle indagini tecnico-patrimoniali condotte dalla sezione operativa leccese che hanno consentito di accertare una manifesta sproporzione tra gli esigui redditi dichiarati da Miggiano e l'ingente patrimonio a lui riconducibile. Tra i beni sequestrati, nel comune di Casarano, figurano venti immobili e sei terreni per un valore complessivo stimato in circa 3 milioni e 200mila euro.

Miggiano è indiziato di appartenere alla Sacra corona unita, proprio in considerazione dell' ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Lecce, nell'aprile del 1999, nell'ambito dell'operazione "Viribus Unitis. Anche se a conclusione del processo l'uomo fu condannato solo per detenzione illegale di droga ad otto anni di reclusione; su di lui, però, altre condanne definitive per estorsione, detenzione illegale di armi e sostanze stupefacenti.

Gli approfondimenti economico-patrimoniali svolti dalla Dia nei confronti di Miggiano e del suo nucleo familiare, hanno evidenziato, come detto, una sproporzione tra il valore economico dei beni, intestati alla moglie e stimati in circa 3.200.000 euro, di cui ne ha la disponibilità ed il reddito dichiarato dal nucleo famigliare. Per il periodo 1998/2009, per esempio, il saldo negativo tra entrate ed uscite è pari a circa 930.000 euro. Per fare degli esempi, tra il 1988 e il 1997, la sua famiglia aveva dichiarato redditi per 13mila euro; tra il 1988 e il 2004, redditi per 35mila euro.

Da qui, il sequestro dei beni. Che comprendono, nel dettaglio, il terreno dove insiste il complesso immobiliare, in contrada Calò, nella zona industriale di Casarano, che si estende su una superficie di 20.000 metri quadrati. Il complesso è delimitato da un muro di cinta alto quattro metri, che si sviluppa per una lunghezza complessiva di circa 617 metri.

Attraverso due cancelli d'ingresso si accede all'interno della proprietà, dove vi sono dei fabbricati che hanno una superficie complessiva pari a 2.000 metri qudrati: due magazzini, uno di circa 240 metri quadrati ed un altro di 320 metri quadrati; due appartamenti, una dependance di circa 150 metri quadrati, un magazzino di 580 metri quadrati ed altri piccoli fabbricati.

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