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Cronaca

Doppio interrogatorio per Masiello. Le ombre si allungano su mezza serie A

Prima l'interrogatorio di garanzia, poi una nuova audizione con Laudati e Angelillis. Il difensore del Bari avrebbe fatto parziali ammissioni riconoscendo il presunto emissario leccese. Sospetti su diverse partite

LECCE - Il puzzle giudiziario che vede protagonista Andrea Masiello diventa sempre più complicato e il Lecce non è più la società nell'occhio del ciclone ed esposta alla pubblica indignazione. Mal comune mezzo gaudio, verrebbe da dire, ma c'è di più: le versioni offerte da Gianni Carella e Fabio Giacobbe, i due conoscenti del calciatore finiti come lui in manette nell'ambito dell'inchiesta coordinata dalla Procura di Bari, sarebbero in evidente contrasto - soprattutto sui punti che interessano i colori giallorossi - con le dichiarazioni dell'ex "galletto" contenute nell'ordinanza di custodia firmata dal gip Abbatista e riferite ai diversi interrogatori cui il calciatore è stato sottoposto dagli inquirenti. 

Con ordine: Masiello, con una nota scritta inviata in Procura il 28 marzo, ammette di aver fatto apposta l'autogol del definitivo 2 a 0 a favore del Lecce nel derby del 5 maggio. Match che vale la salvezza per i salentini. Il centrale difensivo, ora all'Atalanta, aveva  raccontato, nell'interrogatorio del 24 febbraio che Giacobbe e Carella si sarebbero presentati nel ritiro del Bari, alla vigilia della partita, per tentare di corrompere - con la sua complicità - Parisi, e Bentivoglio. Lo avrebbero fatto con soldi alla mano, sventolati senza pudore, e addirittura a Masiello sarebbe stato mostrato un assegno, che Carella avrebbe detto essere la garanzia offerta dal presunto amico leccese, figura che dunque entra sulla scena. Dall'ordinanza emerge che quel tentativo sarebbe però naufragato, stante il rifiuto di Parisi, Bentivoglio e anche di Rossi, incontrato all'esterno della camera dove Carella e Giacobbe si sarebbero presentati. 

Sempre nello stesso faccia a faccia con i magistrati - è questo l'elemento "pesante" che autorizza gli inquirenti a presumere un coinvolgimento diretto o indiretto del Lecce - Masiello tira fuori l'incontro che sarebbe avvenuto all'Hotel Tiziano, il 22 agosto, durante il quale il "contatto" leccese avrebbe consegnato una busta di soldi, suddivisi in fascette, per 230mila euro. A Masiello, lo dice lui stesso, ne sarebbero andati 50 mila. Ebbene, è proprio sui particolari dell'assegno e dell'incontro che Carella smentisce il giocatore. Non è mai esistito quel titolo di credito, ha dichiarato ieri al gip lo scommettitore barese, e a quell'incontro ci sarebbe andato solo Masiello per quanto Carella abbia ammesso di averlo accompagnato, insieme a Giacobbe, nel capoluogo salentino. I tabulati telefonici, del resto, confermano la presenza dei tre a Lecce. Carella avrebbe infine concluso il suo incontro col gip dichiarando che quel Bari-Lecce si concluse con una combine di fatto. 

laudati (2)-4Oggi è toccato a Masiello essere ascoltato del giudice: l'interrogatorio di garanzia con Abbattista si è protratto per tutta la mattinata, alla presenza del sostituto procuratore Angelillis, oltre che dei legali dal calciatore, Francesco Rotunno e Matias Manco. Ma per il calciatore si è trattato solo del primo tempo. Poco dopo, infatti, è iniziata una seconda audizione, condotta dal procuratore capo e titolare dell'inchiesta, Antonio Laudati (nella foto).  Gli atti sono stati secretati, ma secondo alcune voci (da confermare), riportate da agenzie, fra cui l'Ansa, avrebbe riconosciuto in una foto l'emissario salentino che avrebbe consegnato a lui e ai suoi amici i soldi. 

Intanto, il cerchio dei sospetti si allarga e sotto la lente di ingrandimento finiscono diverse gare dei biancorossi: non solo quelle col Bari e col Bologna ma anche i match con Milan, Chievo e Roma di cui il procuratore Laudati avrebbe scritto al collega di Cremona, Di Martino, che cura il primo filone dell'inchiesta, e quelle con Udinese e Cesena, dopo le quali risulterebbero versamenti di contante sui conti di Carella e Giacobbe.  Nel vortice delle indiscrezioni, trapelate sulla base gli ultimi interrogatori ma anche di quelli meno recenti, come quello di Marco Rossi (ora con la maglia del Cesena), compaiono anche le gare con il Parma e la Sampdoria. La società ligure non ha voluto commentare il presunto coinvolgimento di Guberti, che sarebbe stato latore di un'offerta da 400mila euro. L'accordo sarebbe tuttavia saltato - e lo avrebbe fatto mettere a verbale lo stesso Masiello - perchè il resto dei biancorossi rifiutò l'accordo.

La trama di un ordito che rischia di innescare un nuovo iperattivismo della giustizia sportiva, dunque, si infittisce. Giancarlo Abete, presidente della Figc, ha fatto sapere che, ove necessario, i deferimenti della Procura federale saranno disposti entro la fine di aprile. E quell'autogol di Masiello nella propria porta, che ha fatto il giro del mondo, potrebbe, alla fine, solo rappresentare, nel migliore dei casi, un aneddoto, nel peggiore. invece, la punta  tragicomica di un iceberg.

 

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