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Cronaca Matino

Caso del 30enne gay “esorcizzato”: il vescovo esprime vicinanza

Sulla vicenda del servizio del format "Le Iene", è intervenuta la Diocesi di Nardò e Gallipoli. L'ex parroco di Matino: "Sarebbe utile visionare la registrazione integrale"

MATINO – A distanza di giorni dalla puntata del format “Le iene”, nella quale si è discusso del caso del 30enne di Matino, esorcizzato da un prete di Casarano, Don Tommaso, si continua a discutere sui social network. Sull’accaduto è intervenuta anche la Diocesi di Nardò-Gallipoli. Attraverso un comunicato, i rappresentanti ecclesiastici hanno tenuto a precisare che l’atteggiamento che caratterizza “questa Chiesa locale è quello di una riflessione serena e di un'analisi attenta dei fatti, in un clima di discernimento e di preghiera al Signore. Tutto ciò diventa ancor più vero in questa circostanza che coinvolge dimensioni delicatissime del vissuto umano come la spiritualità, l'orientamento sessuale e i rapporti familiari. Esprimiamo dolore e preoccupazione per lo spaesamento generato in tanti, fedeli e non, dal servizio mandato in onda domenica”, hanno dichiarato mediante il portavoce, don Roberto Tarantino, fino a tempo addietro parroco proprio a Matino, comune di residenza di Stefano, il protagonista della storia.

 “Il vescovo Fernando, sin dal primo momento, ha manifestato il desiderio di accertare i contorni della vicenda, tutti ancora da approfondire, ribadendo al contempo, l'assenza di ogni qualsivoglia forma di discriminazione nella Chiesa e manifestando, come sempre, la piena vicinanza a categorie considerate deboli o emarginate”, conclude la nota. Don Roberto, sentito telefonicamente da LeccePrima, ha indicato la vicenda come una fase dialogica tra il 30enne e il prete, più che un vero esorcismo. “Non è nelle corde della Chiesa attribuire all’omosessualità la possessione demoniaca. Pertanto, sarebbe utile ascoltare la trentina di minuti di registrazione realizzata dai giornalisti de Le Iene, per conoscerne i contenuti”.

 Tra la versione del format televisivo e quello della  Chiesa, complesso stabilire dove risieda la verità. Certo è che gli stessi utenti dei social network, negli ultimi giorni, si mostrano “spaccati”: da un lato c’è chi si scaglia contro il parroco, dall’altro che arriccia il naso perché sospetta forme sensazionalistiche nei criteri giornalistici del servizio andato in onda domenica. “Bisognerebbe ascoltare le domande che sono state fatte al 30enne”, rimarca il sacerdote. “Sono di solito quesiti che vengono posti a una persona che si rivolge alla Chiesa per aiuto. Ti droghi? Nutri avversione per il sacro? Usi alcol? Fai una vita disordinata?”.  In pratica, senza l’intero discorso, difficile stabilire a detta del prete come il collega, don Tommaso, sia giunto a chiedere particolari morbosi al 30enne gay. Ma lo scagiona, parlando come di un religioso benvoluto dalla comunità casaranese e in linea con il Bergoglio pensiero, per il quale l’omosessualità non ha mai costituito un problema.

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