Si tuffa dagli scogli, un altro subito dopo di lui: colpito, tragedia sfiorata
E'successo a Torre Sant'Andrea, fra centinaia di persone in una zona molto pericolosa. Difficili i soccorsi del 118. In ospedale un 19enne residente a Milano
TORRE SANT’ANDREA – Un tuffo dove la natura ha disegnato uno strapiombo, forse una decina di metri, per dimostrare a se stessi e agli amici di avere fegato. Il problema è se, dietro, qualcun altro animato dallo stesso intento, sbaglia i tempi e si lancia in acqua solo qualche secondo dopo. Finendo addosso al primo, che nel frattempo sta riemergendo dal fondale. Rischiando così, in un istante, di spezzare la propria e l’altrui vita.
Questa volta è andata bene. Il destino ha voluto così. Ma per interminabili minuti si è temuto il peggio quando un ragazzo di 19 anni di origine rumena, residente a Milano, in viaggio nel Salento con un gruppo di altri amici lombardi (i più, del Bresciano), appena tuffatosi dalla scogliera, è stato colpito da un secondo , temerario, giovane dal salto facile. L’impatto deve essere stato piuttosto violento, perché il malcapitato ha avvertito subito dolori. Poi, ha perso anche i sensi.
E’ successo in tarda mattina sulla scogliera di Torre Sant’Andrea, dove la mappa segna la fine del territorio di Melendugno e l’inizio di quello di Otranto. Sant’Andrea è uno dei luoghi più attraenti della costa adriatica salentina, fra ripide scogliere, faraglioni, grotte, la spiaggetta che si apre inattesa in una piccola insenatura, i racconti dei pescatori e le antiche leggende sui contrabbandieri. Ma è anche uno dei più pericolosi. La falesia è friabile come biscotto, si sta sgretolando, diverse aree sarebbero pure interdette, come accade per Grotta della Poesia. Ma, proprio come per la Poesia, il passaggio a piedi avviene comunque, saltando staccionate e avventurandosi in tortuosi e, teoricamente, inaccessibili sentieri. Come resistere al fascino, per esempio, di un luogo quale Grotta del Canale?
Bisogna, perché i rischi sono tanti, troppi. E chi è deputato a soccorrere, è a sua volta costretto ad affrontare scogli bagnati e ripide discese, pur di raggiungere il luogo di un incidente. Quello che è accaduto ai tre operatori del 118 della postazione di San Foca che, attorno alle 11,30, sono stati chiamati a intervenire in zona. Saltando fra una crepa e l’altra, aggrappandosi con le mani per non scivolare, sono riusciti a ridiscendere un punto molto pericoloso, raggiungendo il giovane. Che nel frattempo era stato riportato sugli scogli dagli amici.
I primi segnali non erano fra i migliori. Prima la sincope, poi le gambe: non le avvertiva, per il contraccolpo. Almeno, all’inizio. Nella ripresa, ci si è accorti che il problema principale era la spalla sinistra, molto dolorante. Chi si è tuffato dopo – un ragazzo non compiutamente identificato, che ha rifiutato il soccorso, allontanandosi -, deve averlo colpito proprio in quel punto. Qualche centimetro oltre, finendo sulla testa, e forse si starebbe commentando altro.
E pensare che per il 19enne era il primo giorno di vacanza, nel Salento. Ha fatto giusto in tempo ad ammirare qualche bellezza naturale e a riempirsi le narici di salmastro. Alcuni amici della comitiva del ferito hanno anche aiutato i soccorritori a risalire la scogliera. Poi, il volo verso il pronto soccorso dell’ospedale di Scorrano per accertamenti. Vi è arrivato in codice giallo. Ed è stato successivamente dimesso. Meglio di così non sarebbe potuta andare, altri ci hanno rimesso la vita o le gambe, per una bravata, un errore, un incidente.
E, intanto, del caso è stato avvisato anche l’ufficio circondariale marittimo di Otranto, che ha inviato una motovedetta. L’unico modo per verificare in maniera rapida cosa stessa accadendo in zona. E il guaio è che, nonostante tutto, appollaiati sulla scogliera erano in centinaia, molti dei quali pare che abbiano continuato a tuffarsi in mare persino durante la fase dei soccorsi. La speranza è che non accada una tragedia, oggi solo sfiorata. Se ne sono vissute già troppe, negli ultimi anni.