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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Traffico di clandestini verso il Salento, ricercato scovato in Germania

Nuovo arresto, nell'ambito dell’operazione “Sarafi” della squadra mobile di Lecce e che ha portato all'emissione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di diciassette persone. Preso ad Amburgo un afgano

 

LECCE – C’è un nuovo arresto, nell’ambito dell’operazione “Sarafi”, condotta dalla squadra mobile di Lecce e che lo scorso anno ha portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di diciassette persone, sospettate di far parte di un gruppo di trafficanti di vite umane, in altre parole, organizzatori dei viaggi di migranti dalle sponde greche e turche verso le coste salentine e calabresi. Alcuni di loro (si tratta in tutti i casi di stranieri) riuscirono a sfuggire all’arresto, e fra questi l’afgano Razai Asmat, 30enne. Aveva trovato ad Amburgo, riparo in Germania.

Nel pomeriggio di ieri, la polizia tedesca, in collaborazione con l’Interpol e la mobile del capoluogo salentino, l’ha tratto in arresto, dando così esecuzione all’ordinanza richiesta dal sostituto procuratore Guglielmo Cataldi ed emessa dal gip Nicola Lariccia. L’uomo è indagato perché avrebbe partecipato ad una  un’organizzazione a delinquere transnazionale, composta da cittadini di nazionalità afgana, pakistana, romena e indiana, che, in concorso tra loro, avrebbero favorito l’ingresso e la permanenza in Italia di cittadini non appartenenti all’Unione europea e l’emigrazione illegale di extracomunitari verso Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Inghilterra, Norvegia, Portogallo, Svezia, Spagna.

Come si ricorderà, l’indagine è nata dopo uno sbarco avvenuto a Porto Selvaggio (Nardò) il 30 agosto del 2010, e all’arresto in flagranza di reato di tre georgiani, Igor Gatenadze, Raul Gatenadze ed Aleksandre Shakhparunovi, ritenuti responsabili di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Gli investigatori hanno accertato l’esistenza di due rotte: una, a bordo di potenti gommoni oceanici, dalla Grecia nord-occidentale (Lefkada, Corfù e Igoumenitsa) e guidati da scafisti greci o albanesi; l’altra, tramite yacht o imbarcazioni a vela di 40-50 piedi, dalla Turchia (Antalya, Bodrum, Izmir e Tekirdag) e guidati da scafisti turchi.

L’organizzazione, una volta raggiunta la penisola, avrebbe garantito anche la permanenza dei migranti in alcune città del Nord, e successivamente, a bordo di auto e pulmini, il trasferimento in altri Paesi europei. E’ emerso anche che i clandestini in grado di sfuggire ai controlli delle forze di polizia hanno spesso raggiunto in treno o con altri mezzi le regioni del Nord Italia, mentre i rintracciati, una volta trasferiti nei centri di accoglienza “Cara” di Bari e Crotone, entrati in contatto con i membri dell’organizzazione, infiltrati all’interno degli stessi centri, sarebbero riusciti a smistarli verso piccoli centri lombardi del cremonese e del bergamasco, quali Madignano, Trescore Cremasco e Covo, cittadine dove l’organizzazione disponeva di abitazioni per “ospitare” i migranti prima del definitivo trasferimento all’estero.

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