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Cronaca Porto Cesareo

Minacce a pastori e agricoltori per sottrargli le terre per il pascolo

Tre fratelli residenti in una masseria fra Nardò e Porto Cesareo sono indagati per estorsione aggravata. Avrebbero intimato a contadini e concorrenti diretti di abbandonare i loro appezzamenti, usando anche violenza, per trarne maggior profitto

PORTO CESAREO – Le minacce sarebbero state esplicite, il motivo dichiarato: non tolleravano la concorrenza e per questo gli altri agricoltori e pastori dovevano allontanarsi, e in fretta, dai terreni intorno ai loro. E poco importa che il più delle volte ne fossero i legittimi proprietari. Tre fratelli, uno con precedenti per armi, indagati a piede libero per estorsione aggravata in concorso, hanno ricevuto nei giorni scorsi dai carabinieri dell’aliquota operativa della compagnia di Campi Salentina la misura cautelare del divieto di avvicinamento alle persone offese. Si tratta di Giuseppe, Cosimo e Maurizio Mancuso. 

I tre risiedono in una masseria tra Porto Cesareo e Nardò, più precisamente tra le località “Chiusurelle” e “Chiodi”. La vicenda sarebbe andata avanti almeno dalla seconda metà del 2013, per quanto sono riusciti a ricostruire i carabinieri, facendo breccia in paure e reticenze delle vittime, nove delle quali alla fine hanno sporto denuncia, sebbene si sospetti che possano essere anche di più.

Usando in qualche caso anche violenza, avrebbero dissuasi proprietari, conduttori, usuari dei terreni circostanti dal lavorarli e dal frequentarli. Alcuni, stanchi dei soprusi e realmente intimoriti, hanno addirittura preferito abbandonare le terre e lasciarle in balia dei prepotenti. Davvero tanti sono i casi documentati. In un episodio, ad esempio, i tre fratelli avrebbero intimato a un contadino di mollare tutto perché “non sapete con chi avete a che fare”. Sarebbero arrivati a dirgli: “Vi dobbiamo mettere in condizione di vendere le terre perché qua non avrete più pace”.

La stessa persona sarebbe stata minacciata anche in un secondo momento con frasi di questo tenore: “Io ci metto poco a spaccarti la testa, a romperti le ossa, a rovinarti la vita!”. E sarebbe anche stato afferrato per le braccia e sollevato da terra.

In una circostanza simile, a un’altra vittima, dall’alto del proprio trattore: “Te ne devi andare sennò se scendo ti piglio a schiaffi e ti faccio vedere io… non devi entrare qua dentro”. In un caso, a una terza vittima, le minacce di morte sarebbero state rese più esplicite passandole intorno al collo un frustino, col gesto di strangolarlo. Uno dei fratelli, in un altro frangente, avrebbe infilato la mano in tasca indicando di essere in possesso di pistola. A una quarta vittima, intenta a pascolare le sue pecore in un terreno di un suo amico, avrebbero detto: “Da qua te ne devi andare. Non devi venire più. Altrimenti ti faccio vedere io: prendo una mazza e ti spacco la testa e le gambe”.  A una quinta avrebbero promesso di raggiungerlo in azienda per ucciderlo. E via discorrendo, nei confronti di ben nove persone, in diverse circostanze. 

C’è voluto del tempo, ma alla fine molti hanno deciso di affidarsi alla giustizia. E Il gip Vincenzo Brancato, che ha emesso l’ordinanza su richiesta del pm Giuseppe Capoccia, così ha scritto: “Può dirsi accertato un quadro di sottomissione e sopraffazione nel quale le vittime hanno abbandonato i terreni di cui sono legittimi proprietari o possessori pur di evitare problemi con i predetti indagati, consentendo loro di trarre maggior profitto, facendo pascolare il loro gregge che così può fruire in via esclusiva della vegetazione rigogliosa e non sfruttata di quei fondi”. 

L’ordinanza è stata notificata anche alle vittime, chiamate ancora una volta a collaborare in caso di reiterazione delle minacce. Inutile dire che i tre fratelli rischiano seriamente l’arresto. 

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