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Cronaca

“Propria zio è stato”: la parodia salentina di Misseri sbanca sul web

Nata da un'idea dell'attore e regista leccese, Giampaolo Morelli Catalano, questa versione caricaturale del protagonista di Avetrana evidenzia l'esasperazione morbosa dei media sulla vicenda: una trilogia che sta spopolando

 

LECCE - Dal caso di cronaca dell’anno al nuovo fenomeno della rete, per smascherare il torbido di un’attenzione mediatica al limite del razionale: così lo “zio” più discusso del momento, Michele Misseri, a sua volta ormai eletto personaggio televisivo, ha ispirato una parodia, tutta salentina, che sta riscuotendo un grande successo su Youtube e sui vari social network, con un alto numero di visualizzazioni in poche settimane.

A partorire l’idea è stato Giampaolo Morelli Catalano, attore e regista leccese, che sul web ha lanciato questa sua versione caricaturale, ironica, tagliente e satirica delle vicende di Avetrana e dell’attenzione, a tratti morbosa, che i media ne hanno dato.

Il personaggio di Misseri viene estrapolato in maniera esclusiva dal crimine in cui è coinvolto il suo nucleo familiare, evitando peraltro volutamente cenni ai tratti del caso torbido, in ossequio e rispetto della vittima: l’obiettivo, quindi, è quello di smascherare con la deformazione delle tre parodie gli aspetti del “caso mediatico” e non di cronaca, le sue contraddizioni, il suo linguaggio, i suoi personaggi di punta, inquadrati come figurine della soap opera dalle tinte fosche: oltre a “zio Michele”, c’è il “bello di Avetrana”, Ivano Russo.

Le figure si confrontano con i fatti della cronaca nazionale, dal caso escort del duo Berlusconi-Tarantini, agli scontri dei black bloc a Roma, sino alla cattura ed uccisione dell’ex leader libico Gheddafi. Il tormentone è nella frase chiave “mo tutti diranno, con tanti che potevano essere stati, propria zio è stato??? Propria zio è stato!!”, con cui il protagonista della parodia è pronto ad accusarsi di qualunque cosa accada nel mondo, dal gossip alla cronaca nera.

Le parodie, raccolte nella “Trilogia”, prendono di mira soprattutto le trasmissioni televisive e quel dirompente accanimento giornalistico sulla famiglia Misseri, volto spesso a raccogliere dettagli che esulano dai fatti stessi e continue dichiarazioni di totale colpevolezza di zio Michele, in contraddizione con quelle d’innocenza, rese nei mesi passati. Ma sul senso di questa caricatura, è lo stesso Morelli Catalano a raccontare la loro genesi: “Era da almeno un anno – dichiara - che osservavo criticamente la vicenda di Avetrana, i suoi meccanismi e trovavo allucinante la gestione mediatica del caso da parte delle testate nazionali e in particolare dei programmi di punta delle reti Rai e Mediaset, con i loro inviati che per un anno hanno quasi dormito dentro casa Misseri pur di essere i primi a testimoniare qualcosa sentita o sbirciata da dentro la casa che di fatto non aveva alcuna rilevanza di cronaca”.

Nella prima parodia, infatti, il regista leccese sbeffeggia una nota trasmissione, specializzata nella cronaca nera, con il tipico giornalista “d’assalto”, pronto a sfidare le intemperie di un freddo “farlocco”, pur di caricare di sensazionale la scena e risultare in prima linea, nella sfera domestica di Zio Michele ed estorcere l’ennesima confessione. Nella seconda parte, invece, trovano spazio riferimenti a vicende internazionali come la guerra in Libia confrontate con la quotidianità domestica del protagonista. Nel terzo episodio, si realizza una “meta-parodia”, in cui si uniscono e i  linguaggi sarcastici e satirici di zio Michele e delle sue colpevolezze con quelli sentimentali, propri di “C’è posta per te”, trasmissione di punta della tv commerciale.

“Cavalcando l’onda delle visualizzazioni e del gradimento del pubblico di Youtube e Facebook – spiega l’autore - ho pensato di poter allargare gradualmente i confini della parodia a quelli della emoticon-tv per antonomasia, caricandone anche qui gli eccessi stilistici, del linguaggio e della mimica. Son stato fortunato a trovare degli interpreti perfetti nei loro ruoli, tanto che ritengo questo episodio a livello stilistico il più riuscito dei tre, poiché convivono nella stessa struttura narrativa due differenti linguaggi caricaturali, quello delle contraddizioni della cronaca del caso Misseri con quello della tv familiare prime-time del sabato sera italiano, con i suoi forzati sentimentalismi e buonismi volti alla ricerca ossessiva dell’happy-end a tutti i costi, tanto caro agli americani e di cui la nostra televisione è figliastra”.

Ma Morelli Catalano non è solo “zio Michele” e il futuro riserva un altro progetto, a cui il regista leccese tiene davvero tanto, il Party Rock Salento: “Traendo spunto dal video successo dei Lmfao Party Rock Anthem – racconta -, che rappresenterò, oltre la disco e oltre la pizzica, la terza via dello sballo nel Salento, un progetto ambizioso nato apposta per il web, un incrocio tra una parodia, un cortometraggio e un videoclip musicale, del quale sono fiero di aver avuto la partecipazione spontanea e generosa di oltre cento persone da tutta la provincia e non solo, tra cui, tra l’altro, alcuni ballerini di break-dance tra i più bravi e noti in Puglia”.

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