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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Morì dopo oltre quattro mesi di coma, a processo un medico del "Vito Fazzi"

La 71enne era stata ricoverata in ospedale dopo aver ingoiato una parte di una protesi dentaria durante un pasto

LECCE – Sarà un processo a stabilire se vi sia stata negligenza o imperizia del personale medico alla base del decesso di Maria Teresa Chirizzi, la donna di 71 anni, vittima di un presunto caso di malasanità, deceduta a marzo del 2017 dopo oltre quattro mesi di coma. Il gup del Tribunale di Lecce ha rinviato a giudizio un medico in servizio nel nosocomio leccese, S.S., 62enne di Carmiano.

La 71enne era stata ricoverata in ospedale, al “Vito Fazzi” di Lecce, dopo aver ingoiato parte di una protesi dentaria durante un pasto. La paziente era stata sottoposta, nel reparto di Endoscopia, a un intervento per la rimozione del corpo estraneo. Qualcosa, però, era andato storto, e le condizioni della donna si erano improvvisamente aggravate, tanto da portare a uno stato comatoso. Secondo quanto denunciato dai famigliari della 71enne (professoressa in prensione), assistiti dall’avvocato Anna Maria Ciardo, l’intervento per la rimozione della protesi avrebbe creato nella paziente un grave stato di ipossia cerebrale, da cui non si sarebbe più ripresa. La denuncia ha portato all’apertura di un fascicolo da parte del sostituto procuratore Maria Vallefuoco, che ha iscritto nel registro degli indagati il medico che aveva curato l’anziana donna, ipotizzando il reato di lesioni gravissime.

Il decesso della 71enne ha poi aggravato la posizione del medico, cui è stato contestato l’omicidio colposo. Ad avvalorare l’ipotesi accusatoria la consulenza medico legale, affidata a Roberto Vaglio.

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