rotate-mobile
Cronaca

Morì dopo una diagnosi errata, assolti in abbreviato i due radiologi

Sono stati assolti, perché il fatto non sussiste, i medici Claudio Nuzzo e Roberta Montefrancesco (entrambi radiologi). Il gup ha stabilito che non vi è alcuna responsabilità dei due imputati nella morte di una paziente di 58 anni

LECCE – Sono stati assolti, perché il fatto non sussiste, i medici Claudio Nuzzo e Roberta Montefrancesco (entrambi radiologi), giudicati con il rito abbreviato dinanzi al gup Antonia Martalò. Un’assoluzione piena dall’accusa di omicidio colposo “per aver provocato, con colpa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia, la morte di Bruna Perrone”. Il giudice ha stabilito che non vi è alcuna responsabilità dei due imputati nella morte della donna. I legali dei due medici, gli avvocati Luigi Covella e Maria Benevola Petrachi, hanno dimostrato l’assoluta estraneità dei loro assistiti ai fatti contestati. I due radiologi, infatti, hanno svolto il loro lavoro con il massimo impegno e la massima professionalità.

A giudizio, per questa triste vicenda, sono finiti altri due medici dell'ospedale di Nardò: Dario Muci, oncologo, e Manrico Delli Noci, radiologo, già rinviati a giudizio. Il processo nei loro confronti si aprirà il prossimo 13 giugno dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Nardò.

Quello di Bruna Perrone, la donna di Guagnano deceduta a soli 58 anni nel giugno del 2008, è un presunto caso di malasanità che ha dei risvolti davvero singolari. La signora Bruno, infatti, morì di leucemia, forse anche per delle cure sbagliate e un’errata diagnosi di cancro al fegato. Un tumore, quest'ultimo, inesistente. In realtà si trattava, come accertato in seguito, di un innocuo angioma gigante, una massa benigna di 18 centimetri. La donna fu quindi sottoposta a una lunga serie di cure ed esami particolarmente invasivi. Il caso di Bruna Perrone fu portato alla luce sul finire del 2009 dai legali dei parenti della vittima, gli avvocati Rocco Vincenti e Stefano Prontera, che si sono costituti parte civile. I legali hanno chiesto e ottenuto la citazione per responsabilità civile dell'Asl di Lecce, assistita dall’avvocato Paolo Pellegrino.

Nel luglio del 2004 alla Perrone fu diagnosticato un cancro al fegato, senza che fossero eseguite analisi approfondite. La donna fu sottoposta a chemioterapia fino all’aprile del 2007. Solo allora un altro medico, eseguendo una nuova Tac, si accorse che la donna non era affetta da carcinoma ma bensì da un angioma. La conferma definitiva, grazie ad altri due esami radiologici, arrivò nel settembre 2007. Poco dopo, però, alla Perrone fu diagnosticata una “citopenia del sangue periferico” causata, con ogni probabilità, dal trattamento chemioterapico. La donna fu sottoposta a un trapianto del midollo, che non riuscì a scongiurare il decesso a causa di una leucemia mieloide acuta e a disturbi del sistema cardiocircolatorio.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Morì dopo una diagnosi errata, assolti in abbreviato i due radiologi

LeccePrima è in caricamento