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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Castrignano del Capo

Morte di un 44enne nel porto di Leuca, disposto l'incidente probatorio

Sarà l'incidente probatorio, disposto dal gip Simona Panzera su richiesta del pubblico ministero Stefania Mininni, a sciogliere i dubbi sulla morte di Fabio Galati, l'uomo di 44 anni deceduto la sera dell'8 aprile 2014 nel porto di Santa Maria di Leuca. La vittima, un sub esperto, si era immerso per eseguire alcune manovre su un'imbarcazione

LECCE – Sarà l’incidente probatorio, disposto dal gip Simona Panzera su richiesta del pubblico ministero Stefania Mininni, a sciogliere i dubbi sulla morte di Fabio Galati, l’uomo di 44 anni deceduto la sera dell’8 aprile 2014 nel porto di Santa Maria di Leuca. La vittima, un sub esperto, si era immerso per eseguire alcune manovre su un’imbarcazione. Sul natante, nello stesso momento, si stavano eseguendo alcuni lavori di saldatura. Circostanza che aveva portato gli inquirenti a ipotizzare un nesso di causalità tra l’intervento di manutenzione e la morte del 44enne.

L’esame autoptico, eseguito dal medico legale Alberto Tortorella, aveva archiviato il decesso come morte naturale. Tesi, però, confutata dal consulente di parte, il medico legale Roberto Vaglio, che nella sua perizia aveva evidenziato lo shock elettrico come causa del decesso. Una querelle medico-legale che ha portato la Procura a chiedere l’incidente probatorio. Sarà l’ingegnere elettrico Francesco Cosimo Orsini a stabilire se vi sia una relazione diretta tra i lavori eseguiti sull’imbarcazione e la morte di Galati.

Due le persone indagate nell’ambito dell’inchiesta per accertare le cause che hanno portato alla morte di Fabio Galati. Si tratta dell’armatore, Giuseppe Cristino di Mola di Bari, e dell’addetto alla saldatura, Giuseppe Ruocco di Corsano. La posizione del comandante dell’imbarcazione sotto la quale si era immerso il 44enne è stata stralciata, e prosegue per un diverso iter giudiziario. Già archiviata, invece, quella di tre marinai del peschereccio.

Galati ha perso la vita nel tentativo di liberare una cima impigliata nell’elica di un’imbarcazione, un peschereccio. Quando sul posto erano arrivati i sanitari del 118, erano già presenti i militari della capitaneria di porto di Gallipoli, per il 44enne non c'era più nulla da fare. Molto conosciuto in zona, lavorava d'estate come marittimo, conducendo le imbarcazioni turistiche, e aveva due figli ancora piccoli. Era nato a Basilea, in Svizzera, ma era residente a Castrigano del Capo.

Fondamentali si sono rivelate le indagini difensive svolte dal legale che assiste la famiglia, l’avvocato Eleonora Galante, che hanno portato all’acquisizione delle immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nel porto turistico. 

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