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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Morte nel sottovia: "Impianto di scarico insufficiente"

Depositata nei giorni scorsi la perizia chiesta nell'ambito dell'inchiesta sulla morte de''avvocato leccese che il 21 giugno scorso rimase intrappolato nella sua auto nel sottopasso rimasto allagato

LECCE - La rete fognaria di Lecce non è sufficientemente estesa. E' questa la conclusione alla quale giunge la perizia che i consulenti della Procura hanno redatto nell'ambito dell'inchiesta per la morte dell'avvocato Carlo Andrea De Pace, l'81enne leccese che il 21 giugno scorso rimase intrappolato nella sua auto mentre attraversava il sottopasso di viale Leopardi stracolmo d'acqua a causa della pioggia battente. Il pubblico ministero Paola Guglielmi aveva incaricato lo scorso novembre gli ingegneri Antonio Vernaleone e Giuseppe Tomasicchio di effettuare un'analisi sullo stato della rete idraulica cittadina.

Nella consulenza di 46 pagine, depositata qualche giorno addietro, i consulenti scrivono nero su bianco che l'impianto per lo smaltimento delle acque a mare è sottodimensionato rispetto alla reale estensione della città. Il che provocherebbe un anomalo fenomeno di rigurgito delle acque che, una volta arrivate nelle marine, non riescono a sfociare e quindi tornano indietro nella zona urbana.

I periti inoltre spiegano che, pur essendo improbabile il ripetersi di una precipitazione temporalesca come quella del 21 giugno scorso, non è una eventualità rara che possa ripetersi. Il sottopasso, scrivono ancora, si potrebbe allagare anche con una pioggia molto meno forte rispetto a quella dello scorso anno: per questo, in assenza di interventi adeguati, la circolazione stradale all'interno del sottovia non è affatto sicura.
Conclusioni queste che segnano un punto a favore dell'accusa e dei familiari dell'avvocato De Pace, assistiti dagli avvocati Silvio Verri e Danilo D'Arpa.

I legali presentarono un esposto in Procura puntando il dito contro chi avrebbe dovuto predisporre tutte le misure del caso, come chiudere per tempo il sottopasso prima che il livello dell'acqua salisse così tanto da trasformarlo in una trappola mortale: pare che al momento dell'attraversamento dell'auto di De Pace non fosse presente alcuna pattuglia dei vigili urbani che bloccasse il transito, in prossimità del sottopasso, nessun segnale di pericolo, nessuna transenna. Sulla scorta di queste deduzioni e degli accertamenti svolti dai carabinieri del Norm di Lecce la Procura ha individuato chi aveva la responsabilità di garantire la sicurezza della circolazione stradale quella domenica mattina.

A finire sul registro degli indagati con l'accusa di omicidio colposo il comandante della polizia municipale Raffaele Urso, il dirigente del settore lavori pubblici del Comune Claudia Branca, e quale rappresentante dell'ente il sindaco Paolo Perrone, i quali hanno nominato come consulente di parte l'ingegner Alberto Ferruccio Piccinni. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Pasquale e Giuseppe Corleto ed Andrea Sambati.

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