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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

"Motivazioni non idonee": dal Tar via libera all'edificazione nella fascia costiera

Accolto il ricorso relativo a un lotto a Marina di Mancaversa e incluso nel piano regolatore vigente come zona di "completamento edilizio": annullato il diniego alla richiesta di titolo abilitativo del 2019

LECCE – Non esiste un vincolo assoluto di inedificabilità nelle zone dichiarate di notevole interesse pubblico e ricadenti entro la fascia di 300 metri dalla costa ai sensi dei decreti ministeriali del 1970 e del 1985.

Lo ha stabilito la prima sezione del Tar di Lecce – presidente, estensore Ettore Manca - con una sentenza del 10 giugno (pubblicata il 16) con la quale è stato accolto il ricorso della proprietaria di un lotto edificatorio a Marina di Mancaversa (Taviano), rappresentata in giudizio dagli avvocati Antonio De Ronzi e Martino Alberto Grimaldi.

Per il tribunale amministrativo i dinieghi della Soprintendenza e dell’Unione Jonico Salentina dei Comuni di Alliste, Matino, Melissano, Racale e Taviano sono “inidoneamente motivati”. Al proposito nella sentenza si legge che non è sufficiente il richiamo generico all’esistenza di un vincolo né a una generica incompatibilità: “il diniego di autorizzazione paesaggistica non può limitarsi ad esprimere valutazioni apodittiche e stereotipate, dovendo specificare le ragioni del rigetto dell’istanza con riferimento concreto alla fattispecie coinvolta (sia in relazione al vincolo che ai caratteri del manufatto) ovvero esplicitare i motivi del contrasto tra le opere da realizzarsi e le ragioni di tutela dell’area interessata dall'apposizione del vincolo”.

La ricorrente, nel gennaio del 2019, aveva chiesto il rilascio di un titolo abilitativo per la realizzazione di una abitazione di tipo residenziale a piano rialzato con garage, deposito e servizi a piano seminterrato su un lotto compreso nel vigente strumento urbanistico come zona B3 di completamento edilizio, “interamente edificato, affacciato su una strada dotata di infrastrutture e circondato da abitazioni sui lati restanti”.

Dopo che il Comune di Taviano aveva istruito positivamente la pratica, era arrivato nel mese di giugno il diniego dell’Unione Jonico-Salentina che recepiva il parere contrario della Soprintendenza. A supporto dell’improcedibilità della richiesta di permesso a costurire era stato richiamato anche il contrasto con l’articolo 45 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale che prescrive, per i territori costieri, l’inammissibilità di “piani, progetti e interventi che comportano la realizzazione di qualsiasi nuova opera edilizia, fatta eccezione per le opere finalizzate al recupero/ripristino dei valori/paesistico ambientali”.

Scarica la sentenza del Tar Lecce del 10 giugno

Soddisfatto per il pronunciamento del Tar si è dichiarato l'avvocato Grimaldi: “Il Tar ha reso giustizia su una posizione del ministero, poi fatta propria anche dalla Regione Puglia, che tutti avvertivano come di irragionevole chiusura. Tale posizione, in pratica, vietava in maniera automatica, qualsiasi opera edilizia, all'interno di tutti i comuni costieri, nella fascia di 300 metri dal mare, anche quando l'area in cui si intende costruire è parte integrante del tessuto urbano. Ora il Tar di Lecce ha chiarito che in tali casi non opera nessun automatismo, e che bisogna operare una valutazione su ogni singolo caso per verificare se la costruzione che si intende realizzare si armonizza in termini di compatibilità con il paesaggio costiero”.

Positivo anche il commento del presidente del Collegio dei Geometri e geometri laureati della Provincia di Lecce, Luigi Ratano: “Esprimo viva soddisfazione per il risultato raggiunto.Sono molti i proprietari e gli operatori nel settore tecnico, soprattutto in Salento, che da oggi possono sentirsi più sollevati nel sapere che potranno concretizzare le proprie aspettative edificatorie anche vicino alla costa. Abbiamo bisogno di completare il tessuto urbano dei comuni costieri e delle marine, consentendo a chi ha voglia di investire di costruire nelle porzioni di territorio edificabile non ancora utilizzate. E’ un’occasione straordinariamente importante, che può rappresentare davvero il volano per la ripresa del settore edile”.

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