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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Nei "pizzini" i nuovi assetti e le strategie del presunto boss delle due province

Trent’anni, faccia da bravo ragazzo e modi da boss, Raffele Martena compare nelle più importanti operazioni condotte dalla Dda di Lecce

LECCE – E’ considerato dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce il nome emergente della nuova Scu brindisina, in particolare della cosiddetta frangia dei “Tuturanesi”, e figura di riferimento tra la criminalità organizzata a cavallo tra le province di Lecce e Brindisi. Trent’anni, faccia da bravo ragazzo e modi da boss, Raffele Martena compare nelle più importanti operazioni condotte dalla Dda di Lecce: da Peter Pan ad Augusta. Martena sarebbe stato anche protagonista di un piano di fuga dal carcere sventato negli anni scorsi.

Nei suoi confronti e di altre due persone, Cristian Tarantino, 28 anni, di San Pietro Vernotico, e Giuseppe Perrone, 44 anni, di Torchiarolo, è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare, “per aver fatto parte dell’associazione di tipo mafioso chiamata Sacra Corona Unita e in particolare della frangia tuturanese, facente smartena_raffaele-2toricamente capo a Salvatore Buccarella e Giuseppe Rogoli”.

La nuova inchiesta nasce dal ritrovamento di alcuni “pizzini”, sequestrati nell’ambito di un’operazione che aveva portato all’arresto di dieci persone per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Alla base delle indagini le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia della mala brindisina e dei leccesi Alessandro Verardi e Gioele Greco, che ha svelato presunti traffici tra i gruppi delle due province.

In una delle “sfoglie”, scritta secondo gli inquirenti da “Raffy” Martena e sequestrata nell’auto di Perrone, ci sarebbero presunti messaggi e direttive per i nuovi assetti della criminalità organizzata operante in quella che è da sempre la roccaforte della Sacra corona. Messaggi espliciti e diretti come: “Ti mando 50 chili di coca a maggio” e “Christian è il nostro pastore, ha 30 anni da scontare e niente da perdere se ci sarà da ammazzare”. Personaggi e figure che si intersecano e cercano di riorganizzarsi dopo i duri colpi inferti da arresti, condanne e pentimenti. Una strategia che seconda la Dda dimostra come la Scu sia ancora presente e attiva in tutto il Salento. 

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