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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Nella casa a luci rosse le ragazze facevano il turnover

Scoperta a San Pio un'abitazione impiegata da prostitute dominicane. Veniva subaffittata, all'insaputa del proprietario, a giovani che si alternavano ogni mese. E in strada, multe anche ai clienti

LECCE - Le vie del sesso sono sempre lì, a portata di clienti e di ogni portafogli. I recenti fatti di sangue, con prostitute ferite da un rapinatore ed altri furti denunciati dalle stesse lucciole alle forze dell'ordine, non hanno frenato l'andirivieni nelle zone storicamente frequentate dalle signore della notte. Le vie per e intorno alla stazione, Piemonte, Don Bosco, Lombardia, Veneto, Montello, Martiri D'Otranto, Oronzo Quarta, ma anche via Armando Diaz, all'ingresso del rione San Pio, e le più defilate via Monteroni e via Massaglia, continuano ad essere battute senza sosta da uomini a caccia del piacere mercenario. Nelle ultime notti la polizia ha ricominciato i rastrellamenti a Lecce, con controlli serrati che hanno condotto anche alla scoperta di una vera e propria casa d'appuntamenti, gestita da una donna dominicana con un meccanismo a rotazione, un vero e proprio turnover, che non permetteva alle stesse ragazze di restare troppo tempo lì dentro. Cercando, forse, di depistare così anche eventuali controlli.

L'escamotage è durato per qualche tempo, ma ora è stato scoperto dalla squadra mobile. La casa d'appuntamento, dove si poteva esercitare il mestiere lontano da occhi indiscreti, sorgeva nel rione San Pio. Pare che le ragazze fossero tutte dominicane. Quattro quelle identificate dalla polizia all'atto dell'irruzione. Il proprietario dell'appartamento ha dichiarato di non essere mai stato a conoscenza di quest'uso, per dire, a luci rosse, dell'immobile locato. In effetti, gli investigatori hanno accertato che la dominicana che l'aveva in affitto, ad insaputa del proprietario, usava subaffittare l'abitazione ad altre connazionali. Tutte ragazze provenienti da altre città d'Italia. Svolgevano l'attività illecita per un periodo limitato di un mese, per essere poi sostituite da altre "colleghe". La turnazione, di fatto era mensile.

Gli inquirenti sono però riusciti a documentare le modalità dell'attività. Nell'appartamento sono state rinvenute diverse prove: annunci pubblicitari su un giornale locale per procacciare clienti, con quattro utenze cellulari che riconducevano ad una delle donne, e centinaia di preservativi. Una delle prostitute ha oltretutto candidamente ammesso l'esercizio dell'attività. E' stata colpita dalla misura di prevenzione del rimpatrio con foglio di via obbligatorio per la città del Centro Italia dove risiede. Le sarà vietato rientrare a Lecce per i prossimi tre anni. Sono in corso ulteriori indagini per tentare di individuare i responsabili dello sfruttamento della prostituzione.

Ma se una casa d'appuntamenti ha chiuso i battenti, numerosi sono stati, come anticipato, anche i controlli in strada. Sono stati sanzionati i clienti delle prostitute, in applicazione dell'ordinanza emessa dal sindaco di Lecce, che vieta il transito degli automobilisti non residenti nella fascia oraria che volge dalle 21 alle 3 del mattino, ed identificate le donne ed i transessuali dediti alla prostituzione: venticinque in tutto. Ventuno, invece, sono state le contravvenzioni elevate ai sensi del codice della strada agli automobilisti di passaggio (fossero realmente interessati ai favori delle signorine o semplici incauti). Un dato statistico: la maggior parte le prostitute erano di nazionalità rumena; le altre, così come i transessuali, erano italiane. Tre fra le ragazze rumene sono state rese destinatarie di ordine di allontanamento dal territorio nazionale per motivi di ordine e sicurezza pubblica legati alla loro pericolosità sociale.

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