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Cronaca Patù

Nessuna pericolosità sociale e confisca, rigettata la richiesta della Procura

I giudici hanno respinto la sorveglianza speciale e la confisca del patrimonio per un imprenditore di 52 anni di Presicce

LECCE – Non vi sono elementi sufficienti per stabilire il requisito della pericolosità sociale e la solo sperequazione tra beni e reddito non basta per giustificare la misura patrimoniale della confisca. I giudici della seconda sezione penale (presidente Roberto Tanisi) hanno rigettato la richiesta di applicazione della misura di sicurezza della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per tre anni e la confisca del patrimonio (appartamenti, terreni, locali commerciali e conti correnti) nei confronti di un imprenditore di 52 anni originario di Presicce ma residente a Patù.

Secondo l’ipotesi accusatoria l’indagato avrebbe sottratto al fisco ingenti somme di denaro e avrebbe accumulato beni non riconducibili alla sua attività. Il legale dell’imprenditore, l’avvocato Giuseppe Corleto, ha dimostrato ed evidenziato la contraddittorietà del quadro indiziario. Una tesi accolta dai giudici, che hanno rigettato l’istanza formulata dalla procura sulla base della cosiddetta normativa antimafia. 

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