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Cronaca

Neurochirurgia, respinto il ricorso di Godano. L'Asl: "Giusta nomina di Melatini"

La sezione del lavoro del tribunale di Lecce, con un'ordinanza di oggi, ha rigettato la richiesta di sospensiva presentata dal medico Umberto Godano, contro la deliberazione con cui l'Asl ha nominato nei giorni scorsi Alessandro Melatini alla direzione dell'unità operativa complessa di neurochirurgia

LECCE – La sezione del lavoro del tribunale di Lecce, con un’ordinanza di oggi, ha rigettato la richiesta di sospensiva presentata dal medico Umberto Godano, contro la deliberazione con cui l’Asl ha nominato nei giorni scorsi Alessandro Melatini alla direzione dell’unità operativa complessa di neurochirurgia presso l'ospedale “Vito Fazzi” di Lecce.

A darne notizia è la stessa direzione generale dell’Asl. “L'ordinanza, pronunciata per insussistenza del pregiudizio imminente e irreparabile (periculum in mora) richiama peraltro, diffusamente, la giurisprudenza di merito sul carattere essenzialmente fiduciario delle scelte che l'azienda opera, nell'ambito della responsabilità manageriale”, dice il direttore generale, Valdo Mellone.

L'azienda sanitaria, dunque, “ribadisce la sua piena fiducia nel candidato individuato per la nomina, sicura che sarà più che all'altezza del difficile compito che lo attende e sul quale ha già iniziato ad operare efficacemente”. E, senza dichiararlo apertamente, spera in questo modo di mettere una pietra sulle polemiche degli ultimi tempi, alimentate anche dal fuoco della campagna elettorale.

Godano era stato nelle scorse settimane il primo nominato nella graduatoria formulata dalla commissione esaminatrice per il delicato ruolo di primario nella sezione di neurochirurgia. Al secondo posto, invece, un altro specialista, Antonio D’Agostino. Melatini, giunto terzo, era però stato scelto dalla direzione generale dell’Asl, ritenendolo particolarmente idoneo al compito per alcune competenze specifiche e per questioni legate anche all'età. 

Sotto l'aspetto scientifico, l'Asl ha puntato molto nella sua maggiore esperienza nella chirurgia del morbo di Parkinson, oltre che sulle competenze anche in chirurgia dei tumori spinali con la tecnica di “asportazione in blocco” di tumore e vertebra, oggi praticata solo a Milano, Roma e Bologna e nella chirurgia della colonna vertebrale in endoscopia, con tecnica mininvasiva. Un problema, quest’ultimo, di forte impatto sulle liste di attesa.

Ultimo aspetto, l’età. L’attuale primario concluderebbe i cinque anni dell’incarico a 62 anni, cioè entro il 65° anno di età. A differenza degli altri due che avendo oggi 63 anni, alla luce delle recenti norme potrebbero essere colpiti dall’obbligo del pensionamento prima di portare a termine l’incarico.  

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