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Cronaca

Leopoldo Laricchia è il nuovo questore: “Aiutare il Salento a restare terra di accoglienza”

Il dirigente lascia Imperia per un'altra terra di confine. Diverse le problematiche che ha ereditato: Tap, emergenza furti e il fenomeno dell'immigrazione in primis

LECCE – Dall’estremo Ponente all’ultimo lembo di Levante. Giunge dalle terre di Imperia Leopoldo Laricchia che, a partire dalle 8 di questa mattina, prende il posto del collega Pierluigi D'Angelo e diventa  il nuovo questore di Lecce. Sposato con un’insegnante di italiano, due figli di 21 e 25 anni, è nato a Livorno 58 anni fa e si è laureato in Giurisprudenza presso l’Università di Pisa. Dopo il suo primo saluto al prefetto del capoluogo salentino, il dirigente ha incontrato la stampa negli uffici di viale Oronzo Quarta. Ci ha tenuto subito a precisare che “il faro sarà la sicurezza dei cittadini”. Ha però puntualizzato di volere preservare questi ultimi non soltanto dagli attacchi della criminalità organizzata, bensì anche da quella che lui ha tacciato come “criminalità diffusa”. E si badi bene che, volutamente, l’ha definita tale. Non “microcriminalità”, ma un fenomeno non meno preoccupante dei recenti fatti di cronaca e sangue finiti sulle pagine delle cronache del Tacco.

Certo è che al nuovo questore, specialmente in una terra ad alta vocazione turistica, non viene lasciato in eredità un territorio facilmente gestibile. Ma lui ne è consapevole, tanto da definire la città di Lecce e il Salento come luoghi più simili a quelli di un "capoluogo di regione": le analogie dei fenomeni ci sono. “Un posto complesso, con problematiche strutturali ed emergenti”, ha sintetizzato in un concetto che da subito reso l’idea. Ma questa è una terra che, anche alla luce dei recenti tagli alle forze dell’ordine, costrette ad “arrangiarsi” con pochi mezzi e poche risorse umane, non deve soltanto fronteggiare – tanto per fare un esempio- la questione dei furti in appartamento. Tante le vicende che stanno per entrare nel vivo: l’affaire Tap, in primis.

Stessa cosa dicasi per numerose vertenze da parte di lavoratori che, spesso, hanno portato gli agenti a dover intervenire per gestire l’ordine pubblico, lungo le vie delle città. Anche tra diverse polemiche, come è avvenuto negli ultimi giorni di marzo, presso il cantiere della società Tap quando l'opinione pubblica ha percepito uno strappo con la popolazione di Melendugno e con le autorità locali dei comuni del Tacco. Basilare sarà dunque mantenere sempre più alta la fiducia dei cittadini nei confronti della Polizia di Stato. Ma mentre il sole già scalda le temperature e accende la stagione estiva, oltre ai turisti bisogna considerare anche i nuovi arrivi di migranti attraverso il Mediterraneo. Dopo ogni approdo, gli agenti sono stati sempre in prima linea nel fornire supporto ai cittadini stranieri.

Ma il questore Laricchia ha conosciuto già questi scenari, dopo il suo insediamento a Imperia, a poca distanza da Ventimiglia, balzata agli onori delle cronache per il rischio- fortunatamente scongiurato- che diventasse una Calais italiana. “Un problema complesso, ma non per questo simile a quello salentino, che a Imperia ho vissuto perché i migranti volevano uscire. Qui invece ci entrano. Il problema nasce quando una porta è aperta e l’altra, invece, è serrata”. Intanto, quella mediazione riuscita in Liguria, anche grazie alla collaborazione delle autorità francesi,  è stata apprezzata dalla comunità e, il 13 dicembre 2016, il Comune di Ventimiglia ha conferito la cittadinanza onoraria alla Polizia di Stato. Per lo stesso motivo il capo della Polizia  ha conferito al questore l'encomio solenne. Ora, il dirigente intende muoversi in quel solco pacifico fatto di collaborazione e rispetto delle regole e dei diritti costituzionali. La sfida? “Se gli italiani e i salentini hanno dimostrato nei confronti dei migranti un grande spirito di accoglienza bisogna cercare di mantenere alto quello slancio, evitando che il tutto sfoci in intolleranza da parte dei cittadini e in violenza”, ha dichiarato il dirigente. Conservare insomma quella caratteristica umana, ma lavorando sulla cornice, affinché l’operazione di integrazione avvenga in un quadro di pace e convivenza pacifica.

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