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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Offerte, la grande truffa di Sant'Oronzo: i soldi dei leccesi non sono finiti al comitato

Riunione congiunta delle commissioni Annona e Cultura. Il consigliere delegato alla festa patronale, Rocco Ciardo, ha chiarito che il comitato già da anni non chiede oboli ai cittadini. Ancora polemiche sulla gestione della mobilità e frizioni sull'organizzazione di luminarie ed eventi: "Serve una sola cabina di regia"

LECCE – “Un’offerta per Sant’Oronzo”. Un raggiro per tanti. Difficile dire oggi quanti siano stati coloro che hanno creduto, ingenuamente, di contribuire alla preparazione della festa e che invece sono stati letteralmente truffati.

Di certo c’è, per ora, che il comitato per la festa patronale già da anni ha dismesso la consuetudine di passare al setaccio la città in cerca di oboli. E questo perché le pretese dei delegati, in fatto di “trattenute”, arrivavano al 20 per cento della somma raccolta.

Sta di fatto che sedicenti rappresentanti dell’organizzazione, nelle scorse settimane, hanno bussato alle porte delle attività commerciali e delle case: lo si scrive per esperienza diretta. In qualche caso sono stati respinti, in molti altri sono stati accolti. Non è una novità: si punta sul buon cuore dei cittadini per mettere a segno un vero e proprio raggiro.

Dell’argomento si è discusso nel corso della riunione congiunta tra la commissione Attività Produttive (presidente Gianluca Borgia) e quella Cultura (con la vice presidente, Giordana Guerrieri), alla quale ha partecipato il consigliere delegato alla festa, Rocco Ciardo, che insieme al comitato, presieduto da Gianni Renna, ha curato una parte del cartellone allestito per intrattenere turisti, residenti e salentini richiamati nel capoluogo dai festeggiamenti che, in un certo senso, rappresentano la fine dell’estate.

“Serve una sola regia per l’organizzazione e la festa non si gestisce restando seduti su una poltrona” ha detto Ciardo con riferimento al governo cittadino e in particolare all’assessorato alla Cultura e al Turismo, Luigi Coclite.

Già ieri e nei giorni ancora precedenti erano state espresse, da parte degli stessi componenti della maggioranza, critiche e riserve sulla gestione della festa: e anche oggi sul banco degli imputati è salito idealmente l’assessore alla Mobilità, Luca Pasqualini, accusato di aver pesantemente danneggiato le attività commerciali del centro moderno con la chiusura dei viali della circonvallazione e di piazza Mazzini. Sul punto Antonio Lamosa ha sottolineato che la gestione della viabilità non può essere improvvisata e che bisogna avere riguardo dei commercianti che pagano le tasse per avere in cambio i servizi dall’amministrazione comunale.

Del resto quello del traffico è un problema che riguarda anche le zone periferiche: prima tra tutte l'area di via Rapolla, nella quale risiedono decine di famiglie che, ogni anno, nelle ore serali dei giorni in cui è attivo il luna park restano di fatto assediate dalla sosta selvaggia che impedisce il libero transito. Di agenti di polizia locale nemmeno l'ombra, di parcheggiatori abusivi una proliferazione. 

Bernardo Monticelli, esprimendo un giudizio negativo, ha riproposto la necessità di contraddistinguere gli eventi nel solco di una maggiore qualità, così come del resto aveva già fatto Giordana Guerrieri nel mese di luglio, auspicando la predisposizione di percorsi enogastronomici e di valorizzazione dell’artigianato locale, con conseguente spostamento delle bancarelle che di tradizionale hanno ben poco.

Una rendicontazione completa delle spese sostenute è stata chiesta da Giampaolo Scorrano, anche perché il risultato finale sembra aver scontentato quasi tutti. Il consigliere delegato ha approfondito alcuni aspetti in maniera puntuale: le luminarie sono costate 32mila 500 euro più Iva, ma Ciardo aveva in mano un accordo con una importante ditta del Salento per un costo assai inferiore (20mila più Iva). L’attrazione principale sarebbe stata una galleria di 65 metri di profondità e 19 di altezza.

Polemiche anche sulle scelte per la parte musicale: era stata acquisita, ha detto il consigliere che lavora a stretto contatto con il comitato, la disponibilità de I Cugini di campagna, ma l’amministrazione avrebbe scelto diversamente confermando, per la sera del 26, lo stesso evento della scorsa edizione, un concerto a cavallo tra la tradizione bandistica reinterpretata (Cesare Dell’Anna con Giro di Banda) e il folk leccese (Enzo Petrachi). Ecco perché la piazza sarebbe stata semivuota, così come del resto a Ciardo è parso sia avvenuto anche nei due giorni precedenti: il 25 con un’altra manifestazione musicale e il 24 con una sfilata.

Ma se dei concerti l’assessore Coclite, interpellato telefonicamente, ne ha rivendicatola paternità e la bontà della scelta, tanto da inserirli nel programma di Lecce Capitale Italiana  della Cultura, per l’evento di moda l'amministratore comunale è invece cascato dalle nuvole, negando che i suoi uffici ne abbiano curato l’organizzazione. L’esponente della giunta, che oggi non ha partecipato ai lavori della commissione perché impegnato a Bari, ha fatto sapere che alla prossima seduta esporrà la sua posizione con dovizia di particolari.

I rappresentanti dell’opposizione si sono limitati a prendere atto dei malumori nella maggioranza. Luigi Melica ha consigliato ai rappresentanti del centrodestra di muoversi per tempo, partendo già da settembre con un quadro più chiaro rispetto alle iniziative da intraprendere per rendere più bella e più vivibile la festa, mentre Antonio Torricelli ha suggerito a Ciardo di trarre le conseguenze, proprio in virtù delle dichiarazioni rese oggi, e quindi di rimettere la delega alla festa patronale.

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