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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Omicidio di mafia, presunti esecutore e mandante arrestati dopo un quarto di secolo

Una storia che risale al lontano 13 agosto 1990, in uno dei tanti omicidi in seno alla Scu che in quegli anni insanguinavano la penisola salentina: quello di Carmine Greco. Ne rispondono Marcello Padovano e Nico Greco. Il delitto avvenne nell'ambito del mondo dello spaccio nell'area di Gallipoli

LECCE – E' una storia che riemerge dagli abissi del tempo, dagli archivi della storia criminale, di quando il Salento era terra di lotte sanguinarie per la supremazia e il controllo del traffico di sostanze stupefacenti. Una storia che risale al lontano 13 agosto 1990, in uno dei tanti omicidi di mafia che in quegli anni insanguinavano la penisola salentina: quello di Carmine Greco.

Per quell'omicidio, a distanza di quasi un quarto di secolo, i carabinieri della sezione di poolizia giudiziaria della Procura di Lecce (al comando del tenente colonnello Antonio Massaro) hanno arrestato uno dei presunti mandanti e uno dei presunti autori di quel delitto. Si tratta, rispettivamente, di Marcello Padovano, 56enne, e di Nico Greco, 44enne.

Il primo è stato arrestato nella sua abitazione di Gallipoli, il secondo è stato bloccato alla guida di un furgone a Lecce. Nei loro confronti è stata eseguita un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Vincenzo Brancato su richiesta del sostituto procuratore Elsa Valeria Mignone.

Un'inchiesta lunga e complessa, che a distanza di tanti anni ha ricostruito, tassello dopo tassello, contesto e modalità dell'omicidio, avvalorando o confutando le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Lo stesso procuratore Cataldo Motta ha sottolineato l'abilità investigativa del colonnello Massaro e dei suoi uomini.

Marcello Padovano-2Un delitto, quello di Greco, avvenuto nell'ambito della gestione del traffico di sostanze stupefacenti. Greco, avrebbe “spacciato ingenti quantitativi di droga sul territorio di Gallipoli da “cane sciolto”, senza rendere conto della sua attività all'organizzazione”. Un omicidio di cui l'altro mandante fu Rosario Padovano e Carmelo Mendolia il secondo esecutore materiale.

IMG_4624-4E’ stato lo stesso Mendolia, siciliano, oggi collaboratore di giustizia a svelare il mistero di quel delitto.

“Raggiunsi l’abitazione di Greco a bordo di una Fiat Uno – ha spiegato il collaboratore di giustizia con lucida e spietata freddezza –, con un altro ragazzo.

Dopo aver attirato la sua attenzione gli sparammo diversi colpi. Tutto avvenne a poca distanza dalla moglie e dal figlio della vittima”.

Nenè Greco fu attirato in una trappola, i sicari raggiunsero la sua abitazione di campagna a Gallipoli e lo attirarono con una scusa in un oliveto dove avevano nascosto le armi. Poi, con lucida e spietata freddezza, esplosero quattro colpi: due alla testa e due al petto.

Nicola Greco-2-3Per l'omicidio Greco Rosario Padovano è stato già condannato all'ergastolo e Mendolia a 14 anni di reclusione. Condanna giunta nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio di Salvatore Padovano (alias Nino bomba, fratello di Rosario e storico boss della Scu). Anche i questo caso i due sono stati mandante ed esecutore materiale del delitto. Greco è assistito dagli avvocati Massimiliano Petrachi e Umberto Leo, Padovano dall'avvocato Gabriele Valentini.

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