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Cronaca Ugento

Omicidio Basile, il vescovo: "Smorzare i toni polemici"

Monsignor De Grisantis attacca: "Le parole nell'omelia sono state distorte". E su don Stefano Rocca: "Appoggio la sua richiesta di non lasciare cadere il silenzio. Ora tocca alle associazioni laicali"

L'appello è un chiaro invito alla concordia. Ma la presa di posizione di fronte ai toni accesi di questi mesi è forte e chiara. Monsignor Vito De Grisantis, vescovo della diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca, ha rilasciato una lunga dichiarazione, probabilmente l'ultima, sul caso dell'efferato omicidio del consigliere comunale e provinciale di Italia dei valori Peppino Basile, ma soprattutto su quanto attorno s'è venuto a creare: polemiche a livello politico, parole che a dire del prelato sarebbero state distorte, ed i riflettori della stampa puntati addosso. Sullo sfondo, un'indagine complessa in una città che sembrerebbe essersi chiusa in se stessa, e casi inquietanti, come le minacce al parroco don Stefano Rocca.

"In questi giorni un forte clamore mediatico è stato riservato nella nostra provincia alla situazione di Ugento, a partire dalle affermazioni che ho fatto nell'omelia dei Santi Medici, alcune distorte dai giornali staccate dal loro contesto, e continuando poi con affermazioni e dichiarazioni di altri interessati alla vicenda", esordisce monsignor De Grisantis. Che riassume in cinque punti cardine il suo pensieri: "Tengo a ribadire quanto segue: compito della Chiesa è quello di annunciare il Vangelo, buona notizia dell'amore di Dio per l'uomo, ogni uomo, incarnandolo nella realtà. Pertanto essa non può restare inerme di fronte al male, che offende l'uomo, da qualunque parte esso provenga. Il male si combatte innanzitutto con la vita di preghiera e con le armi della fede, poi con la riflessione e il dialogo, infine con la denuncia, il cui fine è sempre quello di stimolare a ‘non lasciarsi vincere dal male ma a vincere il male col bene' ricordando sempre come cristiani di ‘non rispondere mai al male col male, all'offesa con l'offesa'".

"Ribadisco la completa fiducia nei confronti di don Stefano Rocca - prosegue il vescovo -, che ho appoggiato e appoggio nella sua richiesta di non lasciare cadere il silenzio sull'omicidio Basile, di collaborare da parte di tutti alla giustizia e di operare sempre e dovunque a favore della legalità, a cui educare come espressione, per noi, del comandamento dell'amore verso tutti e il bene comune. Fin qui il suo compito. Tocca ora a chi di dovere, alle varie organizzazioni laicali, a cominciare dal neonato "Comitato pro Basile", alle varie istituzioni politiche e sociali a ciò deputate, ai genitori, alla scuola fare in modo che questi appelli non cadano nel vuoto. Allo stesso tempo - prosegue - sottolineo il profondo rispetto per le autorità civili che governano la città di Ugento, alle quali chiedo di proseguire con maggiore, concorde e deciso impegno a lavorare per la costruzione del bene comune rifuggendo sempre interessi di parte".

"Grande rispetto anche per le forze dell'ordine e la magistratura, impegnate in questi mesi a comprendere gli intrecci e le situazioni, che hanno macchiato Ugento di un delitto così grave come quello del consigliere Basile. E' mio profondo desiderio che vengano smorzati gli accesi toni delle polemiche, e superata con la buona volontà di tutti questa situazione di conflittualità vera o presunta, sulla quale si è generata una eccessiva attenzione mediatica. Per cui - conclude monsignor De Grisantis - d'ora in poi non concederò interviste su questa vicenda".

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