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Cronaca Collepasso

“E’ stato un incidente. Non ho aiutato mio padre perché immobilizzato dal panico”, ma il 48enne resta in carcere

Convalidato il fermo di Vittorio Leo, di Collepasso accusato di aver dato fuoco al padre Antonio, di 89 anni. Oggi, l’interrogatorio col giudice Gallo. Attesa l’autopsia

COLLEPASSO - “Si è trattato di un incidente. Non volevo ucciderlo. Ma quando il corpo di mio padre ha preso fuoco, sono rimasto immobilizzato dal panico. Alcuni momenti neppure riesco a ricordarli”. Si è difeso così Vittorio Leo, l’agente immobiliare 48enne di Collepasso (nella foto a destra) accusato dell’omicidio del padre Antonio, di 89 anni, avvenuto due giorni fa nella villetta di famiglia. 

Giovanni Gallo-5L’indagato raggiunto nel carcere di “Borgo San Nicola” dal giudice Giovanni Gallo (nella foto a sinistra), alla presenza del suo avvocato difensore Francesca Conte, ha confermato la versione già resa davanti al pubblico ministero Luigi Mastroianni e ai carabinieri: il genitore si trovava ai fornelli, quando gli ha lanciato addosso l’alcol contenuto in una bottiglietta che stava utilizzando per medicarsi una ferita, in reazione a una sua offesa, l’ennesima. Perché sin da bambino, così ha raccontato, il padre non avrebbe perso occasione per denigrarlo, facendogli pesare soprattutto il fatto di non essersi laureato.

Leo-3-12Certo è che le fiamme hanno raggiunto l’anziano che si è trascinato in bagno nel tentativo disperato di spegnerle, ma non gli hanno lasciato scampo. I carabinieri, allertati dopo quasi cinque ore dal figlio – che, per sua stessa ammissione, nel frattempo aveva pulito casa e per rilassarsi aveva mangiato un piatto di pasta -hanno trovato il cadavere dell’uomo con ustioni profonde e sulle quali si saprà di più dall’autopsia. L’esame necroscopico servirà a risalire alla quantità di liquido spruzzato sulla vittima: un tassello importante per confermare o a smentire la ricostruzione dell’indagato che, allo stato, non ha convinto il pm tanto da aver chiesto la convalida del fermo per omicidio volontario. Richiesta che, all’esito del nuovo interrogatorio, è stata accolta dal giudice. Leo quindi resterà in carcere.

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