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Cronaca Melissano

Omicidio Melissano: la moglie assassina: "Non ricordo nulla di quella notte"

Si è svolto oggi, dinanzi al gip Nicola Lariccia, l'interrogatorio di garanzia di Fitnet Mehmeti, la donna di 52 anni di origini albanesi accusata dell'omicidio del marito, Mario Manco. La donna ha detto di non ricordare nulla

 

 

LECCE – “Non ricordo niente di quella notte. Non so cosa sia successo”. Ha risposto così al gip Nicola Lariccia, nel coro dell’interrogatorio di garanzia che si è svolto questa mattina nel carcere di Borgo San Nicola, Fitnet Mehmeti, la donna di 52 anni di origini albanesi accusata dell’omicidio del marito, Mario Manco, il 73enne di Melissano assassinato con cinque coltellate lo scorso 21 luglio. Un interrogatorio breve quella della 52enne, assistita dall’avvocato Emanuela Fitto, che al giudice ha spiegato come la relazione con il marito fosse “un normale rapporto di coppia, con i piccoli screzi e le incomprensioni di ogni matrimonio”. La Mehmeti è apparsa molto turbata, anche per le precarie condizioni di salute in cui versa dopo aver invano tentato il suicidio. La donna, che si trova in carcere da lunedì pomeriggio, è scoppiata più volte in lacrime, tanto da costringere il gip a interrompere l’interrogatorio. Nei prossimi giorni l’avvocato della 52enne potrebbe depositare istanza di attenuazione della misura cautelare al Tribunale del riesame.

Una tragedia familiare quella avvenuta al civico 78 di via Arrigo Boito, a Melissano, in un drammatico e afoso pomeriggio d'estate. A scoprire l’omicidio furono i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Casarano insieme ai colleghi della stazione di Melissano, a seguito della segnalazione pervenuta da un maresciallo dell’Arma in congedo, a sua volta avvisato da un nipote della vittima, preoccupato dal fatto che da qualche giorno non aveva notizie dello zio. I militari, intervenuti sul posto, ritrovarono all’interno dell’abitazione Manco ormai esanime e la propria consorte ancora viva ma in gravissime condizioni.

Le immediate indagini condotte dai militari dell’Arma, coordinati dal pubblico ministero Giovanni Gagliotta, hanno consentito di fare chiarezza sull’omicidio in pochissimi giorni, e di ricostruire la scena del crimine e la dinamica degli eventi e di acquisire gli elementi indispensabili e tali da poter richiedere a carico della donna il provvedimento della custodia cautelare in carcere.

Cos’abbia scatenato questo drammatica sequenza di morte, da cui il 73enne, persona sofferente, tanto da usare un respiratore, è rimasto travolto, non è chiaro: se un momento di depressione, una lite, qualche profondo malumore covato nel tempo e scatenatosi nelle ultime ore. Lunedì pomeriggio, come detto, la donna, dopo essere stata dimessa in mattinata dall’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce dove si trovava ricoverata, è stata trasferita nella casa circondariale di Lecce a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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