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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Omicidio di Noemi, l'incidente probatorio: Lucio capace di intendere e di volere

E' quanto evidenziato in aula dai consulenti del Tribunale ma confutata, in parte, dalla difesa. Il 18enne ha assistito all'udienza

LECCE – Lucio era capace di intendere e di volere al momento dei fatti e può sostenere il giudizio. E’ quanto emerso nel corso dell’incidente probatorio disposto nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Noemi Durini, la 16enne di Specchia assassinata e ritrovata nelle campagne di Castrignano del Capo a distanza di dieci giorni dalla scomparsa. A stabilirlo i due consulenti nominati dal gip del Tribunale per i minorenni, Ada Colluto: Alessandro Zafferano e Maria Grazia Felline, cui si sono affiancati i periti nominati dalla Procura, la psichiatra Mariangela Pascali e la psicologa Michela Francia. Anche i legali del 18enne, gli avvocati Luigi Rella e Paolo Pepe, hanno nominato un loro consulente, che ha evidenziato alcune discrepanze nella perizia del Tribunale. In particolare, come ha rilevato l’avvocato Rella, sulla situazione clinica del ragazzo, sottoposto a due trattamenti sanitari obbligatori nelle settimane precedenti all’omicidio e una situazione di criticità e fragilità già palesata in passato. La difesa valuterà i risultati dell’incidente probatorio e se chiedere nuovi approfondimenti clinici.

Lucio era presente oggi in aula e ha assistito all’incidente probatorio (in cui non è stato sentito). “Il ragazzo è molto provato – ha spiegato l’avvocato Rella –, valuteremo se chiedere il trasferimento in un’altra struttura più vicina”. Il giovane assassino è attualmente detenuto nel carcere minorile di Cagliari con l’accusa di omicidio premeditato.

Nel decreto di fermo il sostituto procuratore della Repubblica Anna Carbonara ha contestato l’omicidio premeditato, per aver provocato “la morte di Noemi prelevandola alle 4.51 dalla sua abitazione con la Fiat 500 di proprietà della sua famiglia e conducendola in aperta campagna colpendola con l’uso di corpi contundenti; con le aggravanti di aver commesso il fatto con premeditazione, per motivi abietti o futili e di aver agito con crudeltà”.

Il 18enne ha dichiarato “di essersi immesso lungo uno strada che lo conduceva verso il centro abitato di Castrignano del Capo ma prima di arrivarvi, svoltava a sinistra lungo una strada sterrata. Qui dichiarava di essersi parcheggiato e, con la scusa che si sarebbero fumati una sigaretta, scendeva dall’auto insieme a Noemi con la quale si addentrava in un uliveto dove poi, approfittando di un momento propizio, colpendola con un coltello al collo, continuando a colpirla con delle pietre alla testa”. Poi si sarebbe allontanato “dal luogo dei fatti repentinamente con la propria autovettura disfacendosi del manico del coltello avvolto nella propria maglietta in un luogo che non ha saputo indicare”.

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