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Cronaca San Cesario di Lecce / Via Giuseppe Garibaldi

Esecuzione in Piazza Garibaldi: freddato a colpi di pistola un bodyguard 37enne

La vittima, Gianfranco Zuccaro, 36enne, di San Cesario, è giunta in auto intorno alle 9 nei pressi del rinomato bar "Natale", in pieno centro. Entra per fare colazione, ma quando esce c'è un uomo ad attenderlo. Ferito all'addome e alle gambe, ha cercato scampo a piedi

SAN CESARIO DI LECCE (Lecce) – Lo hanno ferito, in un primo momento, con più colpi di pistola. E’ riuscito a trascinarsi, insanguinato, dall’altra parte della piazza, fino a raggiungere via Manno, una stradina che collega Piazza Garibaldi a piazza XX Settembre, nel pieno centro di San Cesario di Lecce. Lì è crollato, forse raggiunto da altri colpi. Ed è morto. Assassinato.

Un’esecuzione in piena regola quella che ha lasciato sull’asfalto il cadavere di Gianfranco Zuccaro, 37enne del posto. Contro di lui, intorno alle 9 di questa mattina, almeno tre colpi di pistola calibro 7.65 – sono stati recuperati al momenti tre bossoli e due ogive –  nel momento in cui è uscito dalla pasticceria “Natale” per risalire sulla Bmw che aveva parcheggiato a ridosso del cordolo che delimita l’area della Chiesa Madre del paese, proprio di fronte ad una delle entrate del bar.

Zuccaro trascorre alcuni minuti nel locale, non immagina che fuori ci sia la morte ad attenderlo. Anzi il suo di sicario. Le frenetiche indagini di queste ore cominceranno a comporre il puzzle della scena del crimine. L’uomo, celibe, che di mestiere faceva il bodyguard ed era già noto alle forze dell'ordine per episodi marginali, è stato colto alla sprovvista, centrato da un primo colpo, poi da un altro. Bersagli della follia omicida l’addome e le gambe. Sul fanalino posteriore destro della sua auto, il segno di un proiettile. Ha cercato scampo per una trentina di metri, percorrendo la strada che, passando davanti al Palazzo Baronale, si innesta sulla stretta via dove il possente fisico del 37enne, però, ha ceduto.

gianfranco_zuccaro-2Sul posto, il personale del 118 non ha potuto fare altro che constatarne il decesso mentre i carabinieri del reparto investigazioni scientifiche e i colleghi della compagnia di Lecce hanno iniziato a delimitare la scena dell’omicidio in cerca di indizi e testimonianze. Piazza Garibaldi, una delle più belle dell’hinterland leccese, è il punto di ritrovo per eccellenza della comunità di San Cesario di Lecce: vi si affacciano più locali pubblici e anche un tabacchino. Il senso di marcia obbligatorio impone alle auto di percorre la strada proprio nel punto in cui l’efferato delitto si è consumato, tra l’inizio di via Immacolata e via Manno. Possibile che a quell’ora l’esplosione dei colpi abbia richiamato l’attenzione di chi era nei paraggi, intento a quotidiane attività come il rito del caffè o la lettura dei giornali. Gli inquirenti contano anche di trovare elementi utili dalle due videocamere di sicurezza di “Natale” e forse anche dal telefono cellulare della vittima.

Il procuratore aggiunto della Dda di Lecce Antonio De Donno e il sostituto procuratore Roberta Licci hanno raggiunto la piazza per coordinare il lavoro di indagine. Tutta da dipanare la matassa che porta alla matrice dell’omicidio: un regolamento di conti per motivi personali. magari inerenti alla sua attività che quasi quotidinamente lo portava a contatto con il "popolo della notte" o un fatto di sangue maturato per logiche aderenti alla criminalità organizzata? Intanto dai primi riscontri parrebbe che il killer si sia allontanato a piedi, ma non è da escludere che a pochi metri ci fosse un mezzo, suo o con qualcun altro alla guida, pronto a dileguarsi.

Poco dopo a San Cesario di Lecce è giunto anche il medico legale, Roberto Vaglio. Il padre e la sorella della vittima, insieme ad altri familiari, avvisati della tragedia si sono precipitati nella disperazione più totale. Il comune alle porte di Lecce conta, da questa mattina un altro omicidio. E in piena regola. Come nel marzo del 2004 quando il 35enne Marco Lezzi fu freddato, di sera, all’uscita da una sala giochi.

I rilievi, l'auto della vittima, la piazza

Il commento del sindaco di San Cesario Andrea Romano

“Con Gianfranco Zuccaro da ragazzi abbiamo giocato insieme a pallone, si può comprendere il mio stato d’animo - scrive in una nota il primo cittadino del piccolo comune alle porte di Lecce. “Quanto accaduto è gravissimo non solo perché ha stroncato una vita umana - aggiunge -, ma anche perché introduce uno stato d’animo di paura e di terrore in un luogo che è sempre stato di incontro e di comunità, un luogo di tutti. Sono sicuro che, dopo questo primo momento di grave disorientamento, difficile da superare, il paese, anche grazie al serratissimo lavoro degli inquirenti e delle forze dell’ordine - conclude - saprà rispondere insieme a questo episodio gravissimo, con quel senso di legalità e di vincolo di comunità che lo ha sempre contraddistinto, e saprà trovare il modo per essere accanto alla famiglia della vittima”.

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