rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Ugento

Omicidio Basile, in appello senza nuove prove per Vittorio Luigi Colitti jr

La Corte d'assise d'appello di Lecce ha rigettato tutte le richieste di rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale nel processo nei confronti di Vittorio Luigi Colitti, il ventenne accusato dell'omicidio di Peppino Basile

LECCE - La Corte d'assise d'appello di Lecce ha rigettato tutte le richieste di rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale nel processo di secondo grado nei confronti di Vittorio Luigi Colitti, il ventenne (minorenne all'epoca dei fatti) accusato, in concorso con il nonno, dell'omicidio di Peppino Basile, il consigliere dell'Italia dei Valori assassinato a Ugento la notte tra il 14 e il 15 giugno 2008. In primo grado, il 27 dicembre del 2010, i giudici del Tribunale per i minorenni hanno assolto Vittorio Luigi Colitti per "non aver commesso il fatto". Quello a Colitti junior sarà quindi un processo breve, che si concluderà prima dell'estate. Secondo il calendario stilato dalla corte, per il prossimo 18 aprile è prevista la requisitoria del procuratore generale, mentre nell'udienza del 16 maggio discuteranno i legali dell'imputato, gli avvocati Francesca Conte e Roberto Bray. Poi, i giudici emetteranno la sentenza. 

Non vi sarà dunque alcuna integrazione parziale o totale della piattaforma probatoria sul quale si è consumato il giudizio di primo grado. Secondo i giudici, infatti, non è indispensabile l'acquisizione delle nuove prove proposte da accusa è difesa. In particolare, l'accusa (rappresentata oggi dal sostituto procuratore generale Nicola D'Amato) aveva chiesto di trascrivere alcune intercettazioni telefoniche e di disporre una perizia psicologico-psichiatrica sulla baby teste piccola testimone, presunta testimone oculare dell’omicidio. Una richiesta che, secondo i giudici, "non offrirebbe risultati pienamente soddisfacenti in quanto con il trascorrere del tempo è naturale che vi sia stata un'evoluzione" della bambina. Rigettate anche tutte le richieste della difesa: la trascrizione di alcune intercettazioni e l'audizioni di alcuni testimoni.
A proporre appello era stata la Procura della Repubblica per i minorenni di Lecce, secondo cui le motivazioni della sentenza di assoluzione sarebbero manifestamente infondate e incomplete. Nelle circa 130 pagine di sentenza i giudici (presidente Aristodemo Ingusci, estensore Lucia Rabboni) avevano smontato, a loro volta, passo dopo passo, l'ipotesi accusatoria, a cominciare dalla testimonianza della piccola testimone, presunta testimone oculare dell’omicidio. Riguardo alle intercettazioni a carico della famiglia Colitti, i giudici hanno evidenziato come «non vi sia un solo riferimento a una diretta responsabilità di nonno e nipote nell'azione omicidiaria». Inoltre, anche la tempistica non sembra coincidere, poiché Vittorio Luigi avrebbe avuto solo "tre minuti per salire a casa, comunicare quanto accaduto ai genitori, ripulirsi o almeno togliersi gli abiti, e decidere di seguire il padre in strada". Labile, infine, anche il movente dell'omicidio, frutto, secondo l'accusa, di vecchi conflitti e dissapori accumulatisi negli anni tra i Colitti e la vittima: "Nessuno, in tutto il processo – si legge nella sentenza –, fa riferimento a eventuali motivi di malanimo fra Basile e i Colitti".
 
Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Omicidio Basile, in appello senza nuove prove per Vittorio Luigi Colitti jr

LeccePrima è in caricamento