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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Cronaca

Operaio neretino morì travolto nel cantiere, il pm invoca condanne per quattro

La tragedia avvenne nel 2009 a Torino. L'operaio, Vincenzo Romano, non riuscì a salvarsi, a causa del doppio cedimento del terreno, mentre stava svolgendo lavori in corso Unione Sovietica per le tubazioni della rete fognaria

 

TORINO – Rischiano condanne da due anni a tre anni e mezzo, le quattro persone imputate al processo che si sta celebrando a Torino, di fronte al giudice monocratico Melania Cafiero.per la morte di Vincenzo Romano. L’uomo, 50enne, originario di Nardò, era operaio e stava lavorando in un cantiere di corso Unione Sovietica, quando, all’improvviso, fu sorpreso dal cedimento del terreno, nel quale rimase letteralmente sepolto, morendo soffocato.

Il fatto avvenne il 24 marzo del 2009. Oggi, il pubblico ministero, Sabrina Noce, ha invocato le pene per i presunti responsabili di quella tragedia, nel corso della quale rimase ferito anche un altro operaio, rumeno, all’epoca 32enne. Si tratta della progettista e direttrice dei lavori, Antonella Maulà (due anni, ha risarcito le parti civili), della datrice di lavoro della ditta affidataria, Patrizia Pinto (tre anni) del titolare di un'altra ditta che operava nello stesso cantiere, Domenico De Luca (tre anni) e del responsabile del cantiere, il geometra Massimo Folle (tre anni e mezzo). I quattro sono imputati di omicidio colposo.

Romano, quel giorno, stava lavorando nel cantiere, dove era in svolgimento un’attività di manutenzione sulla rete fognaria. Romano, per conto di una ditta privata, stava effettuando lo scavo insieme a tre colleghi, per collegare i tubi alla rete principale.

Romano ed il 32enne si trovavano all'interno dello scavo, profondo circa cinque metri e largo una decina. Gli altri due colleghi erano nelle vicinanze, intenti ad altre mansioni, fra un camion della ditta ed un mezzo meccanico. Improvvisamente, secondo quanto rilevato dai vigili del fuoco intervenuti insieme ai sanitari del 118 per i primi soccorsi, il terreno cedette una prima volta, trascinando con sé anche diverse parti metalliche. Il 50enne neretino ed il 32enne romeno rimasero travolti.

Solo che mentre per quest'ultimo fu più semplice il soccorso da parte degli altri operai, dato che erano affondati solo i piedi, per Romano l'impresa si rivelò impossibile. Fu ulteriormente schiacciato da un successivo cedimento del terreno. 

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