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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Operazione "Amici miei", dal Riesame prime conferme e annullamenti

L’indagine condotta dai carabinieri su una presunta associazione dedita al traffico di droga con base a Taviano e attiva in alcune piazze

LECCE – Il Riesame ha espresso i propri verdetti riguardo all’operazione “Amici miei”, l’indagine condotta dai carabinieri su una presunta associazione dedita al traffico di droga con base a Taviano e attiva sulla “piazza” di Gallipoli. Undici le misure eseguite all’alba del 17 settembre scorso: tre in carcere e otto agli arresti domiciliari.

I giudici hanno rigettato l’appello presentato da Vincenzo De Matteis, 42enne di Taviano, assistito dagli avvocati Biagio Palamà e Mario Coppola, che resta dunque in carcere. Rigetto anche per Roxhers Nebiu, 27enne albanese residente a Melissano, che resta ai domiciliari. Accoglimento parziale per Enri Shehaj, 25enne albanese residente a Rutigliano; e Gilberto Perrone, 22enne nato a Gallipoli e residente a Taviano, per cui è stata confermata l’associazione e annullati alcuni capi di imputazione relativamente ad alcuni fatti di spaccio. Per Danel Gjoci, 20enne, albanese residente a Taviano, annullata l'associazione e alcuni capi d'imputazione relativamente a episodi di spaccio. Accoglimento parziale per Saimir Sejidini, 27enne nato in Albania e residente a Taviano, che resta in carcere. Per lui conferma dell’associazione come capo promotore e annullamento di alcuni fatti di spaccio. È dunque caduta l'associazione per alcuni, ed è venuta meno aggravante dell'associazione composta da più di dieci persone. Nebiu, Shehaj, Perrone, Gjoci e Sejidini sono assistiti dall’avvocato Stefano Stefanelli.

L’indagine è stata condotta dai carabinieri della compagnia di Gallipoli, guidati dal capitano Francesco Battaglia, attraverso appostamenti, pedinamenti, perquisizioni e arresti, fino alle misure di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Lecce Simona Panzera. L’organizzazione con “sede” a Taviano, era specializzata nel rifornimento, taglio e distribuzione di cocaina, destinata ai paesi limitrofi come Racale, Alezio, Alliste e, soprattutto, il redditizio mercato gallipolino. Durante le indagini i carabinieri hanno registrato migliaia di cessioni di dosi, poi documentate e rimaste agli atti. Il modus operandi era quello noto come “Drug and drive”, ovvero lo scambio della droga dai finestrini di due auto accostate, quasi sempre in luoghi bui e lontani da luoghi di passaggio.

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