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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

"Operazione Bingo", caccia a due albanesi. Gestivano il traffico dei documenti falsi

Continuano le ricerche dei due cittadini albanesi sfuggiti al blitz. I due, scrive il gip, "appaiono pienamente inseriti nel settore dei reati di falso con un'impressionante capacità di ricettare la documentazione rubata o contraffatta e poi distribuirla

LECCE – E’ caccia alle due persone sfuggite al blitz dei carabinieri (dei comandi provinciali di Lecce, Napoli e Caserta) denominato operazione “Bingo”, che ha sgominato una presunta associazione per delinquere finalizzata al furto di armi e documenti d’identità presso gli uffici anagrafe e di polizia locale, detenzione e porto abusivo di armi, ricettazione, contrabbando di tabacchi e altro. L'indagine, partita dopo il furto di armi e carte d'identità in bianco avvenuto a Gallipoli a fine luglio scorso, è stata coordinata dai carabinieri di Lecce.

All’appello mancano due cittadini albanesi (residenti nel napoletano): Pellumb Mana (alias Colombo), 49 anni; e Fitnete Muka, 47enne. Nei confronti del primo il gip del Tribunale di Lecce, Simona Panzera, ha emesso (su richiesta del sostituto procuratore della Dda Guglielmo Cataldi) un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Domiciliari, invece, per Muka. Non è escluso, vista l’origine dei due ricercati, e i numerosi viaggi documentati negli ultimi mesi dai carabinieri, che si trovino all’estero.

I due albanesi, secondo l’ipotesi accusatoria, “appaiono pienamente inseriti nel settore dei reati di falso con un’impressionante capacità di ricettare la documentazione rubata o contraffatta e poi distribuirla, dopo aver eventualmente anche operato la falsificazione delle generalità dei titolari degli stessi documenti, non solo sul territorio nazionale ma anche in Albania e Grecia”. Uomini esperti, come dimostrano i precedenti specifici, nel giro della contraffazione di documenti: dalle carte d’identità ai passaporti e alle patenti. Materiale che, una volta immesso sul mercato illegale, fruttava decine di migliaia di euro.

I reati contestati ai due ricercati sono associazione per delinquere, ricettazione, possesso e fabbricazione di documenti d’identificazione falsi.

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