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Cronaca

Operazione "Coffee drug", primi verdetti: in nove patteggiano dinanzi al gip

Primi verdetti nell'ambito dell'operazione denominata "Coffee drug" che, a giugno scorso, ha sgominato una presunta organizzazione accusata di aver gestito il mercato della droga cittadina, un grande bazar che dal centro storico, tra la movida, s'irradiava sino ai quartieri periferici, non disdegnando puntate nei comuni dell'hinterland

LECCE – Primi verdetti nell’ambito dell’operazione denominata “Coffee drug” che, a giugno scorso, ha sgominato una presunta organizzazione accusata di aver gestito il mercato della droga cittadina, un grande bazar che dal centro storico, tra la movida, s’irradiava sino ai quartieri periferici, non disdegnando puntate nei comuni dell'hinterland.

In nove, infatti, hanno patteggiato dinanzi al gip Giovanni Gallo, che ha condannato a tre anni (e 13mila euro di multa) Giovanni Passabì; Fabio Pepe (e 13mila euro di multa); Daniela Ventura (in continuazione con una precedente sentenza e a 5mila euro); Pasquale Gigante (e 12mila euro di multa); e Franco Dell’Acqua. Tre anni e due mesi per Marta Garrisi (in continuazione con una precedente sentenza); 2 anni e nove mesi (e 12mila euro di multa) per Laura Giuri; 1 anno e due mesi (pena sospesa e 2mila euro di multa) per Roberto Fuso; e 1 anno e dieci mesi per Andrea Scazzi (per cui il gip ha riconosciuto, accogliendo l’istanza del suo legale, l’avvocato Cosimo D’Agostino, l’attenuante della lieve entità del fatto commesso).

L'inchiesta ha avuto inizio nell'ottobre 2011, dopo l'arresto in flagranza di reato di Antonio Nardelli, di Gallipoli, trovato in possesso di un chilo e mezzo di eroina, poco più di un chilo di hascisc e marijuana, e quasi 9 grammi di cocaina. Da lì si è dipanata una complessa attività investigativa, che ha portato all'identificazione dei “soci in affari” di Nardelli, cui era affidato il compito di trasportare lo stupefacente nella città di Lecce. Ciascun indagato, in modo autonomo e in correlazione con gli altri, avrebbe gestito un proprio gruppo di clienti che avrebbe provveduto a rifornire con regolarità.

La Squadra mobile ha eseguito anche alcuni sequestri a riscontro delle conversazioni intercettate. Sequestri che hanno permesso di rinvenire in possesso dei clienti le dosi di stupefacente cedute poco prima dagli indagati. Gli accordi relativi alle consegne di stupefacente avvenivano mediante l'uso di un linguaggio convenzionale che gli indagati ritenevano idoneo ad eludere eventuali operazioni di intercettazione da parte delle forze dell'ordine.

Nel collegio difensivo gli avvocati Cosimo D’Agostino, Luigi Corvaglia, Mariangela Calò, Amedeo Martina, e Luigi Greco.

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