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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Operazione "Omega", il tribunale del Riesame annulla le misure cautelari

I giudici hanno annullato la misura per quattro delle persone arrestate, rigettando una sola istanza della difesa

LECCE – Sembra crollare nuovamente sotto i “colpi” dei provvedimenti del tribunale del Riesame l’operazione denominata “Omega” bis, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce e condotta all’alba del 20 settembre scorso dai carabinieri del Comando provinciale di Brindisi. Dopo la scarcerazione di Cristian Cagnazzo, 30enne di Leverano (assistito dall’avvocato Cosimo D’Agostino), il tribunale del Riesame ha accolto l’istanza dei difensori e disposto la liberazione per altre quattro persone. Le motivazioni saranno depositate nei prossimi giorni.

In particolare il Riesame ha annullato la misura per Salvatore Arseni, Benito Clemente e Francesco Francavilla (tutti assistiti dall’avvocato Ladislao Massari), e Gabriele Ingusci, 36enne di Nardò, assistito dall’avvocato Cosimo D’Agostino. Rigettato, invece, l’appello per Cosimo Mazzotta, 54 anni, di Cellino San Marco.

L’inchiesta è nata dall’omicidio di Antonio Presta (il 5 settembre del 2012), 29 anni, figlio di un personaggio della vecchia Scu, Gianfranco Presta, 55enne collaboratore di giustizia che nel 2009 aveva definitivamente perduto il programma di protezione a causa del coinvolgimento in alcune rapine compiute proprio assieme al figlio. Le indagini hanno fatto emergere l’esistenza di un gruppo criminale dedito al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti tra Cellino e San Donaci, con ramificazioni nel leccese. Clemente e Saracino sono accusati dell’attentato incendiario ai danni della villetta del comandante della stazione dei carabinieri di San Donaci, avvenuto il 19 dicembre 2012. Altro nome di rilievo quello di Giuseppe Giordano detto “Aiace”, già condannato a trent’anni per l’omicidio di Santino Vantaggiato, commesso con Vito De Emidio il 16 settembre del 1998 in Montenegro.

Al vertice del gruppo, secondo gli inquirenti, Pietro Soleti, capo indiscusso del sodalizio di San Donaci, che si avvaleva dei suoi luogotenenti Floriano Chirivì e Benito Clemente. Tra i canali di approvvigionamento della droga il capoluogo salentino, approdo privilegiato verso l’Albania. Non solo droga, però, tra gli affari del clan ma armi, attraverso la figura del 33enne Gennaro Hajdari (alias Tony Montenegro), di etnia Rom, nato a Palermo ma residente nel “Campo Panareo” a Lecce. Nei giorni scorsi il gip ha concesso al 33enne, assistito dall’avvocato Antonio Savoia, i domiciliari.

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