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Cronaca

Operazione "Peter Pan", ridotte le condanne nel processo di secondo grado

Ridotte in appello alcune delle condanne degli imputati che scelsero il giudizio con rito abbreviato scaturito dalla cosiddetta operazione "Peter Pan", che nel novembre del 2011 smantellò una presunta associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di stupefacenti

LECCE – Sono state ridotte alcune delle condanne del processo d’appello scaturito dalla cosiddetta operazione “Peter Pan”. Per Francesco Attanasio la pena è di 9 anni e sei mesi (anziché 10 anni); 1 anno e otto mesi (2 anni e quattro mesi) per Piergiorgio De Donno; 1 anno e quattro mesi (2) per Amine Fouad (pena sospesa); 1 anno e due mesi (2) per Dario Giaccari (pena sospesa); 7 anni e otto mesi (8) per Mauro Giaccari (in continuazione con un altro processo); 11 anni (12) per Raffaele Martena; 6 anni e dieci mesi (7) per Fabio Lorenzo; 1 anno (2) per Andrea Pellè; 6 anni e dieci mesi (7) per Roberto Spagnolo.

Confermata, invece, la condanna a 8 anni e quattro mesi per Ivan Martucci; a 8 anni e quattro mesi per Giuseppe Pinto; a 8 per Antonio Quarta; a 4 anni e otto mesi per Annachiara De Luca; a 7 anni e quattro mesi per Antonio Facecchia; a 7 anni e quattro mesi per Mauro Iaia; a 4 per Nicola Magli. Per Davide Podo, assistito dall’avvocato Massimo Bellini, assoluzione per uno dei reati contestati (perché il fatto non sussite) e rideterminazione della pena in 4 anni e otto mesi, anziché sette.

Alla base dell'inchiesta tre anni d’indagini serrate, migliaia d’intercettazioni telefoniche e ambientali, arresti, ingenti sequestri di droga e un'attività investigativa capillare. Questi gli elementi alla base di una delle operazioni più importanti degli ultimi anni, che ha inflitto un colpo decisivo alla malavita salentina. L'operazione, denominata "Peter Pan 2008", smantellò una vasta associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di stupefacenti, che agiva in una sorta di quadrilatero compreso tra i comuni di Monteroni di Lecce, Arnesano, Porto Cesareo e Carmiano.

Un sodalizio inserito, secondo l'accusa, nell'organizzazione della Sacra corona unita, con particolari legami con il clan più rappresentativo, quello dei fratelli Mario e Angelo Tornese di Monteroni, già in carcere. Ventinove le ordinanze di custodia cautelare eseguite all'alba del 29 novembre 2011 dalla squadra mobile di Lecce (in collaborazione con i colleghi di Brindisi, Taranto e Lanciano e con il supporto aereo del reparto Volo di Bari) di cui 27 in carcere (cinque quelle notificate a soggetti già detenuti) e due agli arresti domiciliari. Le misure furono emesse dal gip Vincenzo Brancato su richiesta del sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Lecce, Elsa Valeria Mignone. Alcuni di loro lasciarono il carcere pochi giorni dopo.

Le indagini degli agenti della squadra mobile di Lecce, partite nel 2008, hanno ricostruito l'intera rete su cui muoveva il traffico di cocaina, eroina, hashish e marijuana, evidenziando canali di approvvigionamento della sostanza stupefacente (Cerignola, Napoli, Tuturano e Brescia), ruoli all'interno dell'organizzazione e zone di spaccio. A guidare il gruppo ci sarebbe stato Pierpaolo Carallo, il 27enne di Monteroni assassinato da due sicari la sera del 15 gennaio del 2009 nei pressi del bar Desirè a Carmiano.

La sera dell'agguato un'auto civetta stava seguendo gli spostamenti di Carallo, ma non riuscì a fermare i killer evitando uno scontro a fuoco che avrebbe messo in pericolo i tanti passanti. Una condanna a morte maturata, con ogni probabilità, per le mire espansionistiche della vittima che aveva la sua base logistica in una sala giochi di Monteroni, il "Peter Pan", da cui è poi scaturito il nome dell'operazione. Mandanti ed esecutori di quell'omicidio non sono stati identificati e non fanno parte dell'indagine. Dopo la morte del 27enne altri avrebbero preso il suo posto, con compiti e gerarchie ben precise. Raffaele Martena avrebbe gestito i rapporti con l'area brindisina, mentre Fabio Lorenzo avrebbe avuto il compito di custodire la droga per conto del gruppo, occultandola in un appezzamento di terreno di proprietà della moglie. Nel corso delle indagini furono eseguiti 12 arresti in flagranza di reato e sequestrati 1 chilo e 600 grammi di cocaina, 1 e mezzo di hashish, 4 e mezzo di marijuana. Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Massimo Bellini, Giuseppe e Michele Bonsegna, Luigi Rella e Roberto Rella, e Benedetto Scippa.

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