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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Droga a fiumi sulla Capitale, fra i referenti un contiguo al clan Coluccia

Raffica di arresti a Roma. Il capo del gruppo, Costantino Sgambati, avrebbe intessuto rapporti con Renato De Giorgi, ritenuto vicino alla compagine della Scu salentina

ROMA – L’hanno ribattezzata operazione “Re Mida”. E ha portato a una raffica di arresti sull’asse Lazio-Calabria. Un sodalizio, quello sgominato dai militari della guardia di finanza di Roma, con base nel quartiere Montespaccato, che avrebbe inondato di sostanze stupefacenti la Capitale.

Al vertice del gruppo ci sarebbe stato Costantino Sgambati, 42enne  ritenuto dagli inquirenti un personaggio emergente nel panorama della  criminalità capitolina, grazie ad agganci con esponenti di altre consorterie di stampo mafioso, rispetto alle quali sarebbe divenuto un importante canale di distribuzione di droga.

Fra i referenti, un contiguo al clan Coluccia

Si tratta di una vicenda che tocca, in qualche modo, anche il Salento, perché, secondo i riscontri investigativi, fra le relazioni intessute da Sgambati, ve ne sarebbero due di un certo spicco. La prima, con esponenti della cosca Bellocco di Rosarno (Reggio Calabria), come dichiarato da due collaboratori di giustizia, e l’altra con Renato De Giorgi, 51enne, di origini brindisine. Quest’ultimo, un personaggio trasversale, e ritenuto vicino al clan Coluccia della Scu, con base a Noha di Galatina ed egemone in zona.

De Giorgi, che annovera nel suo curriculum contrabbando di sigarette e associazione per delinquere di stampo mafioso, attualmente è detenuto in Grecia per un traffico di 25 chili di stupefacenti. Il collegamento con il clan Coluccia dipende da un esponente di spicco, Vincenzo Amato, 42enne galatinese, condannato in via definitiva a 19 anni mezzo e invischiato anche nella recente operazione “Orione” della Dda di Lecce, e che risulta latitante dal 2016. De Giorgi, in tutto questo, avrebbe intessuto una relazione sentimentale con la sorella di Amato, usando abitualmente anche l’auto di un loro terzo fratello. Aspetti interessanti e che saranno sicuramente spunto per altri filoni investigativi.  

L'operazione: cocaina a chili sulla Capitale

Quanto all’operazione più strettamente romana, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia capitolina e con indagini portate dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria, la caratura del già citato Sgambati emerge dal sequestro avvenuto nel marzo del 2016, di un vero e proprio arsenale, individuato dopo alcuni giorni di pedinamento di Daniele Mezzatesta, 41enne, ritenuto suo uomo di fiducia. Nell’occasione erano state rinvenute venti armi da fuoco (tra cui kalashnikov, fucili a canne mozze e a pompa, mitragliatori skorpion e silenziatori), 6 chili di esplosivo ad alto potenziale, cinque detonatori e un giubbotto antiproiettile. Oltre a 73 chili di cocaina e 140 di hashish.

Le indagini, che si sono protratte per lungo tempo al fine per ricostruire tutti i legami, hanno consentito poi di portare ad altri arresti: Ugo Di Giovanni, 42enne, Andrea Sgambati, 46enne, fratello di Costantino, Stefano Bruno, 51enne, Marco Fanelli, 38enne, Davide Scognamiglio, 34enne, e Mattia Sigismondi, 25enne. A tutti costoro, sarebbero stata affidata la gestione delle aree di spaccio, trasportare e custodire il narcotico, recuperare i crediti insoluti a fronte di cessioni di stupefacente già avvenute. Sgambati, con un carattere dispotico, sarebe ricorso a gravi minacce e atti violenti in caso di scarsa “produttività” della piazza di spaccio di rispettiva competenza, ovvero nell’ipotesi di ammanchi di denaro dalla “cassa comune”.

La complessa rete di connivenze ha poi portato all’individuazione di altri personaggi che, pur non essendo organici all’associazione, sarebbero comunque legati ad essa da stabili rapporti di fornitura di droga. Si tratta di Dorian Petoku, 41enne, (già arrestato dai finanzieri del Gico in passato per il tentativo d’importazione dal Sud America di oltre mille chili di cocaina, in concorso con il noto Salvatore Casamonica), Marco Turchetta (55enne, figura di spicco del mondo ultras capitolino), Davide De Gregori, 42enne, Luca Carovillano, 34enne, Luca Francesco Viglietta, 52enne, Francesco Giglio, 40enne, Nicola Macrì, 42enne, Emanuele Borgese, 30enne. Resta in circolazione un indagato, ancora ricercato.

Nel corso delle attività investigative, le fiamme gialle romane hanno sequestrato, complessivamente, oltre 100 chili di cocaina, circa 143 di hashish, un laboratorio clandestino allestito per la lavorazione, il “taglio” e il confezionamento della cocaina, oltre ad arrestare in flagranza sette soggetti tra corrieri e fiancheggiatori.

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