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Video | Sillah, il "soldato di Dio" fermato dal Ros e passato anche dal Salento

Secongo gli inquirenti, Sillah è una persona "fragile psicologicamente, un soggetto borderline"

Le immagini sono state registrare di nascosto quando Osman Sillah, 34enne, gambiano, sospetto aderente all’Isi, si trovava in un cento d’accoglienza locale. Usava spostarsi in vari luoghi, anche da Bari (dove si trova il Cara) a Castri di Lecce, dopo essere stato accettato nel Salento per un progetto Spraar. Ma è stato fermato definitivamente a Napoli. Il Ros dei carabinieri lo teneva sotto stretta osservazione da quando un altro presunto militante, suo connazionale richiedente asilo, Alagie Touray, 22enne, aveva fatto il suo nome.

L'operazione antiterrorismo è partita proprio dalle dichiarazioni di Touray che, durante gli interrogatori (insieme avevano raggiunto l’Italia da un anno), ha parlato di Osman come partner per la realizzazione di un piano terroristico che sarebbe consistito nell’uccisione di più persone usando una tecnica ormai consolidata: un furgone ad alta velocità contro la folla. Ma non è ancora stato identificato il luogo preciso, in Italia, in cui si sarebbe dovuto concretizzare il piano.

Sillah e Touray, come riporta NapoliToday, erano partiti dal Gambia verso la Libia. Qui avrebbero partecipato a un addestramento militare in un campo mobile dove si formano i futuri soldati o kamikaze di Daesh. Nel dicembre del 2016 erano saliti su un barcone diretto in Italia ed erano arrivati a Messina.

Secongo gli inquirenti, Sillah è una persona "fragile psicologicamente, un soggetto borderline" che nella stanza del centro in cui era accolto si era trovato spesso a far finta di usare armi, compresi mitra, con cui inscenava attacchi, mimava scene di esplosioni o di combattimenti. Era lo stesso Sillah a esternare la sua fede all'Isis: nelle intercettazioni raccolte, il gambiano al telefono con la moglie si definisce  “un soldato di Dio”.

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