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Cronaca

Ottanta chiamate al giorno, il Salento brucia sotto l'incuria

Un uliveto secolare in fiamme a Presicce, altri danni a Rauccio. E all'alba pure un'auto bruciata a Taurisano. Oggi, vasto rogo a Gallipoli. Ma nessuno applica la pulizia dei campi incolti

LECCE – Centinaia di ettari di terreno in fiamme, interi uliveti carbonizzati. Ambiente in fumo e rischi per l’uomo stesso. Un anziano è deceduto, nelle scorse ore, per le gravi ustioni riportate in un appezzamento di terreno alla periferia di Galatina. Un lutto che può sembrare assurdo solo a una lettura superficiale, perché, in realtà, simili eventi accadono sistematicamente ogni estate.

Il Salento brucia sotto l’incuria e le pratiche malsane. Una su tutte, la prima e più importante: la scarsa pulizia dei terreni. Vi sono le ordinanze, quella regionale e le tante comunali. Le regole sono precise, studiate proprio per limitare i danni, se non a risolvere il problema per sempre. Si sa, l'imprevisto è sempre in agguato.

Di certo, forse, se tutti mettessero in pratica anche solo una minima parte di quelle norme (per esempio, la pulizia del perimetro dalle erbacce o l’uso di fasce protettive, con la spesa di un’ottantina di euro a ettaro), si ridurrebbe il fenomeno del 50, persino del 60 per cento. E invece, reparti come quelli dei vigili del fuoco, sempre in prima linea e persino con la spada di Damocle di tagli ai fondi pendente sulla testa, sono obbligati ogni giorno, specie quando le temperature s’innalzano, a fare i conti con chiamate da ogni punto della vasta provincia leccese.

Nella centrale operativa del comando provinciale di viale Grassi, i telefoni squillano in continuazione. Sono roventi, è davvero il caso di dire. Solo ieri, ottanta interventi circa (cinquanta di mattina e trenta di sera) per sterpaglie andate fumo. Con tutte le squadre di Lecce e dei distaccamenti (Tricase, Maglie, Veglie, Gallipoli) in moto perpetuo e con dispendio di energie fisiche e mentali, usura di mezzi, spreco d’acqua e gasolio. E magari con il paradosso di ritrovarsi in affanno di fronte a una chiamata d’urgenza vitale per case in fiamme o cittadini in pericolo per uno di quei tanti imprevisti in cui spesso solo loro, i vigili del fuoco, hanno un rimedio.

Ci vorrebbero più controlli e severità nelle sanzioni. Ma non sempre questo avviene – tipicamente, come per i rifiuti abbandonati - e così, con troppa leggerezza, si continua ad appiccare fiamme ovunque che spesso viaggiano incontrollate travolgendo ogni cosa nel loro estendersi senza barriere. 

Difficile a volte anche stabilire il confine fra dolo e casualità, fra mozzicone lanciato in mezzo ai campi secchi, la volontà di colpire qualcuno o la pura ignoranza. Semplicemente, va a fuoco tutto e così ci si ritrova a lavorare per quasi una notte intera anche su un solo punto.

E’ successo a Presicce, in località “Palombara”. Tre squadre dei vigili del fuoco, altrettante della protezione civile, dalle 20 di sera alle 3 di notte, per contenere un rogo che ha devastato oltre un centinaio di ulivi secolari. Laddove non arriva la Xylella, ci pensano le fiamme. Che forse, di danni, ne stanno creando persino di più.

torre chianca (5)-3Nondimeno, è stato difficile anche il lavoro svolto nella zona del parco di Rauccio, nell’area delle marine di Lecce. Un nome, Rauccio, ormai associato in modo grottesco alla parola incendio, per quanti roghi divampano qui ogni anno, fin da primavera.

Non bastasse tutto questo, le emergenze, si sa, non finiscono mai e non muoiono certo al mattino. Anzi. All’alba, ancora una chiamata, questa volta da Taurisano. Una cosa “diversa”: un veicolo in fiamme. E qui si rientra nell’alveo di un altro, singolare “fenomeno”, che ormai è diventato consuetudine nel Salento. Alle 6,15, è stato spento il rogo che ha devastato la Fiat 600 di una casalinga. Era parcheggiata in via Salvo D’Acquisto. Le cause sono ignote. I segni del dolo, se di dolo si tratta, eventualmente cancellati dalle stesse vampe.

Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri dipendenti dalla compagnia di Casarano per un sopralluogo. La donna, non nutre sospetti su nessuno. Un altro caso destinato con ogni probabilità all’archiviazione e alla cancellazione dalla memoria collettiva, fino alla prossima autovettura bruciata. Il che potrebbe accadere già domani mattina. 

E intanto, con il sole ormai alto, si ricomincia con un’altra giornata di passione fra campagne in fiamme. Nel pomeriggio, nei dintorni di Gallipoli, il vento ha alimentato un vasto incendio nella pineta del quartiere San Gabriele (zona Peep 3), tenendo impegnati vigili del fuoco e protezione civile. Devastati alberi e sottobosco.

Si tratta dell'area alle spalle dell'ospedale e a ridosso della ferrovia, ma le raffiche hanno sospinto  il fumo anche nel quartiere Lido San Giovanni e verso la litoranea sud. A un certo punto s'è temuto anche di dover evacuare alcune abitazioni e di dover chiamae all'opera un Canadair in supporto alle squadre di pompieri di Lecce e Gallipoli. 

Non c'è stato bisogno dell'aereo. La situazione è tornata sotto controllo intorno alle 17, anche se è stata davvero particolare e non priva di timori. In via Machiavelli, ad esempio, una donna ha subito anche un malore proprio a causa delle esalazioni. Fra i primi a intervenire in questa zona, quando è stata raggiunta da una densa coltre di fumo, due pattuglie del commissariato di polizia che hanno anche chiamato il 118.

Questo il quadro attuale. E sarà così per tutta l’estate, e forse ancora per altre stagioni, fin quando qualcuno, in questa regione, non deciderà di svegliarsi per iniziare a farle applicare, quelle regole, oltre che a scriverle.

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