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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Botrugno

Pestaggio del "branco", giovane assolto in appello: non partecipò alla rissa

Ribaltata la sentenza a carico di Davide Piccinno, di Botrugno. Aveva sempre escluso il suo coinvolgimento e le stesse vittime avevano detto che non aveva usato violenza, rispetto agli altri. Accolta in appello la tesi della difesa

LECCE – Assolto per non aver commesso il fatto. Davide Piccinno, giovane di Botrugno, s’è visto ribaltare in appello la sentenza con cui era stato condannato a un anno di reclusione, per una vicenda nella quale gli era stato contestato di aver partecipato a un pestaggio. Fatto che aveva sempre, categoricamente, smentito. Tant’è: in primo grado il giudice monocratico di Maglie, Pasquale Sansonetti, gli aveva inflitto la pena; oggi, però, la Corte d’appello di Lecce (presidente Vincenzo Scardia), alla quale Piccinno s’è rivolto tramite il suo avvocato difensore, Sergio Santese, è stato d’avviso opposto. Le motivazioni ancora non sono state depositate.

Piccinno è uno dei cinque giovani, all’epoca dei fatti, tra i 19 e i 22 anni, anche loro di Botrugno, finiti nei guai dopo che altri due ragazzi – uno dei quali allora minorenne - furono accerchiati e pestati, nella notte fra il 28 e il 29 agosto del 2008, e solo per vendicarsi di qualche occhiata di troppo.   

Le indagini furono condotte dai carabinieri della stazione di Nociglia. Quattro aggressori, dopo essere stati scoperti e denunciati, scelsero il patteggiamento di sei mesi, con il beneficio della sospensione della condanna condizionata alla successiva buona condotta. Piccinno, invece, convinto di poter dimostrare la sua totale estraneità, aveva preferito andare a dibattimento.

Come detto, le motivazioni ancora non sono state rese note, ma si può evincere che debbano essere state ritenute convincenti le ricostruzioni della difesa, giacché sembra che proprio le due vittime, nella loro deposizione, avessero escluso il coinvolgimento di Piccinno. Il quale si sarebbe tenuto in disparte.  

Le indagini partirono dopo che i militari seppero del pestaggio e consultarono i referti medici provenienti dal pronto soccorso, scoprendo, fra gli altri, che vi era quello di un ragazzo allora 20enne di Poggiardo (il minore era di Botrugno, proprio come gli aggressori). Convocato in caserma, la vittima confermò i fatti.

Tutto sarebbe avvenuto dopo una festa di compleanno. Il ragazzo di Poggiardo aveva condotto a casa, a Botrugno, due suoi amici. Davanti al Palazzo Baronale, notò di essere osservato da un gruppetto. E dal “gioco di sguardi”, scintille. L’amico di Botrugno, risalito in auto per proseguire la nottata a Poggiardo, gli suggerì di lasciar perdere e andare via. Ma, arrivati a San Cassiano, all’improvviso videro sbucare da una strada laterale un’auto di colore grigio. Strada tagliata,i due amici non poterono proseguire oltre. E quando si fecero avanti diversi giovani, fra quelli visti poco prima a Botrugno, furono botte da orbi e ammaccamenti sull’auto.

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